No,non è così.Quando è nata l’Asi,se non ricordo male a Bardolino negli anni ‘60,ancora non c’era nessuna normativa che regolava il settore auto d’epoca,e per il periodo storico che si viveva sicuro non era nell’idea dei fondatori lucrare sui mezzi storici ma solo garantire l’identità e l’originalità dell’oggetto stesso.E’ vero che i club che si erano riuniti nell’Asi hanno spinto su chi governava per avere chiuso quel buco normativo riguardante appunto le auto d’epoca,tant’è che chi era al comando dello stato ha fatto si’ che fossero autorizzati a rilasciare i certificati di storicità solo chi aveva le conoscenze e le capacità per riconoscere quali auto potessero far parte del patrimonio storico (per conservazione,originalità e funzionamento,senza distinguo di marca e modello),vedi infatti che per legge lo possono fare solo Asi,i registri ufficiali di marca (riar per alfa,registro Fiat e lancia più Rivs) e nessun altro.Ai tempi non si ragionava col portafoglio come adesso,le normative sul passaggio da auto storica da 20 a 30 anni sono state cambiate solamente per aver maggior introiti fiscali e mangiare addosso a chi,per passione o perché no,per pura necessità voleva tenersi la vecchia auto di famiglia o quella che gli piaceva in adolescenza.
Sono ripetitivo,ma sta’di fatto che ad Aci,lento gigante burocratico italiano che non ha capacità specifiche se non quelle di fare l’esatto re di qualsiasi tassa sul parco automezzi circolante,vedendo la possibilità di avere un’ulteriore ingresso sta’si’tirando la giacchetta ai politici per togliere questo diritto a chi prima elencato per poter far cassa.ACI non mi risulta che abbia mai organizzato eventi culturali o abbia intenzione di preservare il nostro patrimonio storico su gomma.
Finito il pippone,se un proprietario certifica la propria auto per avere i benefici che ne derivano,dev’essere essi stesso iscritto all’Asi (o ai registi di marca e rivs),altrimenti decadono i diritti acquisiti con la scadenza della tessera associativa personale.Io ho qualche macchina d’epoca ma nessuno mi ha obbligato a trascrivere sul libretto che l’auto è certificata,anche perché dove vivo io questa cosa mi porterebbe a dover obbligatoriamente andare in motorizzazione a fare il collaudo e non nel mio paesello (che mi è comodo e faccio prendere tre soldini al meccanico del posto).