La Cina è il primo mercato mondiale per i veicoli elettrici. L’anno scorso ne sono stati venduti più di 650 mila, una cifra che supera l’insieme dei veicoli elettrici acquistati nel resto del mondo, secondo quanto ha riportato
Le Figaro. Nel 2013 erano 15 mila le auto elettriche in Cina. Le previsioni di PricewaterhouseCoopers (PwC) indicano un forte sviluppo per il settore che arriverà a contare una produzione di 1,6 veicoli nel 2018 e che salirà a 4 milioni nel 2024.
GLI OBIETTIVI DI PECHINO
Uno sviluppo a tappe forzate spinto dal governo che vede nella mobilità elettrica l’unico modo per ridurre l’inquinamento nelle città. Pechino sta usando tutte le risorse disponibili: incentivi fiscali per gli acquirenti, multe ai costruttori se, a partire dal 2019, non rispetteranno la quota di vendita, un colossale piano di investimenti nelle infrastrutture per le ricariche con un piano di 500 mila terminali da installare nei prossimi due anni.
Detto questo tu citi il ciclo delle batterie, ma non parli della loro essere completamente riciclabili, poi ora arriveranno le stato solido.
Pensa... in una elettrica devi sostituire le sole batterie ogni 6 o 7 anni? Pensa sulle combustione, ogni anno filtri, ogni anno olio esausto (chissà dove va a finire) ogni anno filtro benzina e olio, e decine di altre amenità che sull'elettrico non esistono.
I benzina non producevano particolato (o ne producevano veramente pochissimo) fino a qualche anno fa, con l'introduzione dell'iniezione diretta sui benzina si è cominciato a vedere che emettevano anche loro particolato, ecco perché ora si usano nei benzina i GPF.
Non pensare che utilizzando un FILTRO il tuo bel Diesel diventa magicamente pulito perché se analizzi i fumi allo scarico in fase di pulizia del filtro vedrai che andrà ad emettere esattamente la stessa quantità di particolato che ha trattenuto mentre te la spassavi a 50km/h nel traffico senza contare il fatto che conterrà ulteriori componenti ugualmente dannose non ancora studiate del tutto derivate dai componenti stessi del filtro (carburo di silicio, palladio, platino etc)
Non esiste una soluzione per pulire i motori nascono sporchi e moriranno sporchi.
Anche le rotaie del tram emettono particolato e anche i freni di vetture e treni.
In questa Tesi dell'università di padova di Carretta Alessio, potete leggere molte cose interessanti:
http://tesi.cab.unipd.it/46592/1/Tesi_Carretta_Alessio.pdf
Buono studio! e W l'elettrico.
Scusate se non ho scritto bene ma oggi sono di fretta!
La Cina fino ai prossimi 70 anni, se avrà ulteriori reattori, saranno a fissione e non a fusione. Con relative scorie. Che ti piaccia o no.
Italia aveva tecnologia fusione all'avanguardia, ma dopo disastro Chernobyil si è voluto, per un motivo o per l'altro (gli stessi a mio parere che hanno portato alla sparizione di Eni Mattei ed Olivetti), alla completa dismissione. Posto paro paro le parole del primo link che avevo postato:
"
Vediamo allora, scientificamente, da dove provengono le PM10 misurate al centro di una città europea. Ci viene incontro
uno studio del professor Lenz della Università di Vienna, che da molti anni si occupa d’inquinamento. Per prima cosa bisogna scorporare dalla misura delle polveri tutto ciò che è stato prodotto dalla natura, su cui è superfluo o impossibile o inutile intervenire: in particolare, le piante dei parchi di una grande città possono disperdere, in certe stagioni, pollini, oli (terpeni) e altro pulviscolo che in totale possono raggiungere il 35-40% delle polveri captate da una centralina.
Fatta questa operazione, rimane la grande torta di polvere che abbiamo riprodotto nella figura sopra, a destra. È divisa in tre fette: il 47% è costituito da polveri che provengono dall’esterno della città; il 27% arriva da sorgenti interne alla città;
il 26% è prodotto dal traffico nei dintorni della centralina.
Molto interessante è una distinzione essenziale fra i due modi di produrre polveri da parte del traffico: dal tubo di scarico e dalle ruote. All’interno della città queste due fonti sono equivalenti, mentre dalle tangenziali esterne proviene soprattutto PM10 emesso dai tubi di scarico dei veicoli industriali.
I pneumatici contribuiscono a produrre e a sollevare una frazione rilevante di polveri che deriva dall’abrasione dell’asfalto, dall’usura dei pneumatici, dall’usura delle pastiglie. Sono tutte particelle che rimangono a galleggiare nell’aria per diverse ore e quando si depositano sulle strade – se non piove per molto tempo – vi rimangono a lungo e possono venir risollevate dopo alcuni giorni da altri veicoli. Per esempio, dai mezzi pubblici, quando vige il blocco per il traffico privato.
Industria e riscaldamento valgono il 33%
Complessivamente, l’industria, le centrali termiche e il riscaldamento domestico (all’interno e all’esterno della città) hanno una responsabilità pari al 33%, ma questa è una media annuale
destinata a subire un incremento di circa 10 punti percentuali durante la stagione invernale. Il traffico esterno alla città incide complessivamente per l’8%; quello interno alla città vale il 15% (fra pneumatici e tubo di scarico); mentre il traffico che si svolge nelle vicinanze della centralina produce l’11% delle polveri dagli scarichi e il 15 dai pneumatici: in totale, vale il 26%.
Determinante a questo punto è la “torta” pubblicata in alto che rappresenta come e da chi viene emesso quel 26%. Ebbene, se consideriamo pari a 100 questa frazione,
le automobili ne emettono il 9% dal tubo di scarico e il 30% dall’abrasione dei pneumatici; i veicoli industriali, il 33% dallo scarico e il 28% dai pneumatici.
Due cose sono chiarissime: primo, il 9% del 26%, attribuito ai gas di scarico delle auto nel traffico locale,
equivale al 2,5% del totale. Come dire che quando in certe aree si proibisce la circolazione di tutte le auto (a benzina, a gasolio, Euro 0 o Euro 5), si riducono le polveri emesse della stessa percentuale...
Ciò significa che anche se useremo esclusivamente automobili elettriche oppure se vieteremo la circolazione delle vetture private,
saranno sufficienti le emissioni dei riscaldamenti domestici, delle industrie e del traffico merci per far superare costantemente i valori limite delle polveri quando non piove per due settimane...".
Se poi auspiachiamo di voler tornare al medioevo dove non c'erano auto, allora rimane sempre il detto che son tutti f......i col sedere degli altri.