Parlo solo delle vetture che per ragioni anagrafiche conosco.
155
Un clone meccanico della Fiat Tipo, con motori più potenti (persino le portiere erano uguali, se si eccentua la scalfatura e le maniglie diverse). Nulla di chè, se non nelle versioni pronto gara che però non avevano quasi nulla in comune con le versioni stradali
156
E' stata una svolta rispetto alla progenitrice: finalmente c'è stata la volontà dell'azienda di tornare a una certa dinamica di guida, e il risultato si vede e si sente alla guida. Sterzo diretto, sospensioni evolute e ben tarate, design personale ed equilibrato.
Il lavoro è ottimo, anche se nasce da alcuni compromessi: la necessità di partire da una evoluzione del pianale che si ha in casa (pianale usato anche per la Lancia Lybra, seppure con sospensioni più semplici), e più in generale di condividere la meccanica che si ha in casa in termini di motori e trasmissioni, quindi adottando la trazione anteriore.
Rimane una delle trazioni anteriori più piacevoli da guidare, ma la distribuzione dei pesi non può che essere fisiologicamente spostata verso l'anteriore, con tutto quel che ne consegue. La versione sportiva GTA, con il 3.2 V6 "Busso", a fronte di un motore emozionale e di uno sterzo piacevole soffre di difficoltà a scaricare a terra i cv (in tutte le TA in accelerazione il peso si sposta indietro e scarica le ruote motrici, con conseguenti pattinamenti e sottosterzo in curva).
Di positivo la buona attenzione al peso (il carrier della plancia ad esempio era in nobile magnesio).
159
Nasce in un periodo travagliato, dove le sinergie con GM impongono scelte forzate.
Già in fase progettuale si tiene conto più degli obiettivi di confort e sicurezza che di sportività (ad esempio si adottano vetri più spessi, meglio insonorizzanti ma più pesanti). Il pianale nasce per essere condiviso con altre vetture del gruppo GM che però non nasceranno mai, impedendo sinergie ed evoluzioni. Tale pianale gode di una eccellente rigidità torsionale, e adotta sospensioni evolute, che poi si potranno apprezzare alla guida in abbinata con uno sterzo ottimo e diretto, probabilmente il migliore della categoria all'epoca.
Tuttavia non ci sono soldi per adottare i più leggeri acciai altoresistenziali, già disponibili in quegli anni, come non ce ne sono per scegliere materiali leggeri su sospensioni e arredi dell'abitacolo (il carrier della plancia, rispetto alla 156, passa dal magnesio al pesante acciaio). Anche i motori vengono presi con quanto disponibile in casa, diesel common rail a 4 e 5 cilindri, e benzina del gruppo GM, tutto fuorché sportivi. Il 3.2 V6 Holden viene modificato nella testata per cercare di dare un poco di carattere, ma il risultato è abbastanza anonimo: le prestazioni non sono buone e i consumi altissimi.
Il design è molto riuscito, e anche gli interni migliorano la qualità rispetto alla progenitrice. Ma, nonostante i miglioramenti avuti nel corso della sua carriera, il peso eccessivo la segna.
Un dato su tutti rende l'idea: una BMW 320d E90 aveva prestazioni sovrapponibili alla 159 2.4 JTDm, con consumi infinitamente inferiori.