ci mancherebbe, ognuno si può serenamente permettere di effettuare considerazioni sugli altri... quindi sorrido alla tua considerazione sulla mancanza di "basi di economia".
Fatta questa premessa, e nella consapevolezza che si debba sempre imparare da tutti anche da quelli che si vantano di essere ciò che non sono, ti preciso che hai fatto due paragoni totalmente errati.
Nella mia enorme ignoranza di basi economiche e nella consapevolezza di avere la fortuna di poter interloquire con chi mi può insegnare tanto, ritengo che un conto sia una scelta di installare un prodotto meno costoso accettando il rischio di possibili difetti con un calcolo percentuale che compensa la riduzione del costo un altro è imputare a colui che installa un determinato pezzo una mancanza di controllo.
Immagino, ma tu sicuramente saprai illuminarmi, che quando si progetta un componente si effettuano tutti i calcoli inerenti lo stesso, si valutano i materiali e la loro corrispondenza al risultato atteso e si effettuano tutti i calcoli di costo, dopodichè si sceglie il componente che consente di raggiungere il risultato al costo minore.
Stessa trafila la si fa con i componenti che vengono acquistati da fornitori esterni.
Quindi alla fine il tutto si racchiude in una scelta economica per l'ottenimento del risultato atteso.
Logicamente in questa fase potrebbe anche subentrare un calcolo di installazione di un componente che consente di ottenere il risultato anche se con caratteristiche che possono determinare una percentuale di non raggiungimento dell'obbiettivo ed effettuati i relativi calcoli di percentuale rapportati ai costi si valuta l'effettiva convenienza.
Considerato che l'evento di cui stiamo piacevolmente scambiando opinioni ( e che mi consente di imparare da un co tanto luminare) riguarda un caso, secondo te ci fu una scelta consapevole di un prodotto con qualità inferiori o più semplicemente è un singolo pezzo con un difetto di assemblaggio?
Per quanto riguarda i richiami è indiscutibile che prevalentemente derivano dalle segnalazioni della rete di assistenza, anche se (ma sono sicuro che tu dall'alto delle tue enormi conoscenze lo sai) a volte deriva da un controllo successivo del lotto di cui una parte viene trattenuta per effettuare delle ulteriori verifiche.
Per concludere con le frasi del buon Checco, direi nel tuo caso sia applicabile la famosa domanda nella scena finale del colloquio con la maestra nel film "Sole a Catinelle".... quando Checco chiede chi sia la persona a fianco della maestra e questa precisa che è la psicologa la frase del buon Checco è perfetta per tutta la tua piacevole "superiorità"!
Se ci riferiamo all'impianto di lubrificazione, non si tratta di un caso. Si tratta di una progettazione oggettivamente carente in alcuni aspetti, come è stato abbondantemente detto, soprattutto dal punto di vista idraulico: dividere in due pezzi un condotto in depressione e confidare nella tenuta ermetica di un anello di gomma semplicemente appoggiato, vuole dire davvero confidare nella Divina Provvidenza.
Con un presupposto del genere, possiamo anche scegliere gommini di qualità assoluta, testati uno per uno, passati ai raggi, ecc. (ma sarebbe logica una roba del genere??? per dei gommini???), al massimo riduciamo il rischio di guasto disastroso, ma rimaniamo comunque in una situazione di sostanziale inaffidabilità.
Io lo ritengo un errore progettuale e lo imputo quindi ad Alfa Romeo.
I controlli di qualità sulla componentistica di fornitura sono un altro capitolo ancora: se ne stabiliscono le caratteristiche specifiche in sede contrattuale, si impegna il fornitore a fare i controlli in produzione e si provvede a farli in accettazione. Il tutto con tolleranze, statistiche ecc. stabilite per contratto e oggetto di valutazioni tecnico-commerciali.
Affinchè si manifesti il problema devono concorrere diverse cause. Ad esempio: al fornitore dei gommini esce una partita fatta con gomma un po' più dura, meno elastica (magari anche in tolleranza, o ai limiti), questi gommini più facilmente tendono a perdere tenuta, il tutto sfugge ai controlli di qualità sia del fornitore sia del costruttore (oppure li passa, al pelo), ed ecco che hai un lotto di macchine potenzialmente soggette prima o dopo al guasto disastroso.
Perchè questo?... Perchè una carenza progettuale ha reso critiche le caratteristiche di un componente di basso valore. Una progettazione più razionale avrebbe reso ininfluenti o quasi le caratteristiche del gommino: tenero o duro, ermetico o meno ermetico va bene lo stesso, non succede niente. Questo è progettare bene.
Nel 1986, lo shuttle Challenger esplose in volo pochi minuti dopo il decollo. La causa: un o-ring, un componente di basso valore che a causa del freddo si indurì, perse tenuta e provocò l'uscita di gas incandescenti che innescarono l'esplosione del serbatoio Idrogeno-Ossigeno. Disastro.
Colpa del freddo? Colpa dell'o-ring? No: colpa di un difetto di progettazione che esponeva al gelo l'o-ring. Il particolare venne poi modificato in modo che l'o-ring fosse protetto, ma intanto un equipaggio era morto e miliardi di dollari andati in fumo.
Lezione non capita, evidentemente, perchè un altro shuttle si disintegrò in aria una ventina d'anni dopo al rientroin atmosfera, sempre per carenze progettuali del rivestimento termico.
Questo per dire che non esiste sicurezza, non esiste affidabilità se non nel progetto. E su questo punto una tirata d'orecchie ad Alfa Romeo ci sta tutta.