Apro questa discussione - e mi scuso se già ne esistesse una simile e non me ne fossi accorto - perché sto per acquistare una Giulia 2.2 Diesel da 150 CV con cambio automatico. Con mia grande sorpresa (la vettura è stata immatricolata il 31 luglio 2018) ho appreso che l'omologazione è Euro 6b, nonostante il concessionario fosse convinto che la macchina avesse la più evoluta Euro 6c o d. Io vivo nella Pianura Padana e, per ragioni professionali, devo acquistare un diesel, ma qui iniziano i problemi: in breve, vale la pena acquistare una motorizzazione che, secondo gli "esperti", subirà pesanti limitazioni a partire dal 2025? Stando a quanto ho letto in rete (fonti autorevoli), chiunque dovesse possedere una Euro 6b diesel in quella data, non avrà limitazioni a patto che l'auto risulti acquistata prima del 31/12/2018; in caso contrario, si configurerebbe una sorta di "incauto acquisto". Chiedo scusa per i toni - forse un po' forti - ma qui parliamo di cifre non indifferenti e, a meno di essere titolari di Partita IVA e di poter cambiare auto con una certa frequenza, ci riferiamo a vetture che resteranno di proprietà dell'acquirente a lungo. Possibile che Alfa Romeo ed altri costruttori non abbiano avviato programmi per "riomologare" i diesel Euro 6 a, b, e c nei più evoluti d, posto che sia possibile? Se così non fosse cosa farebbero di tutte le vetture con motirizzazione "a perdere" che ancora ingombrano i piazzali? Mi rendo conto che alla base di questa storia delel omologazioni c'è molta politica (non solo industriale) e altrettanto business ma il problema mi sembra reale e non trascurabile: che ne dite?