Non so se anche voi avete letto questo articolo apparso sul mattino di qualche giorno fa... Lo sciopero è stato totale con l'80% di adesioni. Stiamo parlando di una struttura che ha riaperto i battenti solo da poco più di un mese, dopo una fase di aggiornamento nelle linee e nella formazione del personale. Ebbene? Dopo pochi giorni che accade? Che i potenti sindacati rimettono sul tavolo questioni politiche, logistiche, di investimenti, di tutto e di più, insomma...Peccato che si perda di vista il fatto che si è cercato di "rieducare" Pomigliano (come nel titolo del 3D), proprio in quanto qualcosa non andava per il verso giusto. Assemblaggi approssimativi. Difetti di verniciatura, di allineamento. Piccole e grandi pecche che da tempo condizionavano la produzione di 147 (soprattutto), di 159 e GT.Pomigliano.
Picchetti montati all’alba su tutti i varchi del grande stabilimento automobilistico, svincoli bloccati, un perimetro industriale di dieci chilometri controllato dagli operai e dai dirigenti sindacali di tutte le sigle: Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Cobas, Slai Cobas, Cub.
Il primo sciopero «a tutto tondo» dell’era Sergio Marchionne, il primo blocco totale delle produzioni nel gruppo Fiat-auto si è consumato ieri a Pomigliano D’Arco, terra di fabbriche e di duri conflitti sociali.
Otto ore di protesta per impedire il trasferimento di 316 dipendenti dai capannoni dello stabilimento all’Interporto di Nola. Lavoratori «ribelli», sindacalizzati o maldisposti alla subordinazione, che secondo l’azienda potranno rendersi molto più utili a partire dal prossimo 5 maggio nella movimentazione dei materiali e delle auto, all’interno dello scalo-merci ferroviario situato a tredici chilometri dall’impianto Alfa Romeo.
E poi c'è l'assenteismo. Questo male tutto italiano, forse un pò più radicato in alcune zone, ma comunque presente in tutto il paese.
E qui davvero non ci siamo . Non tornano alcuni conti. Se gli investimenti vanno di pari passo con la produttività, e quest'ultima è legata alla competitività del prodotto sul mercato, ci si rende conto che a Pomigliano scarseggiano entrambi questi presupposti. E non è forse paradossale chiedere a gran voce che si diano più possibilità al Sud in termini di capitali, di strutture, di posti di lavoro, per poi tirar fuori in ogni possibile occasione tutta una serie di pretesti per NON LAVORARE...???
Che la fannulloneria sia un dato atavico e radicato da certe parti è nella storia. Che quest'ultima spesso si accompagni ad uno squallido vittimismo è nella cronaca.
A questo punto -e concludo- mi sembrerebbe sensato proporre:
a) di chiudere Pomigliano e riaprire Arese;
b) di cedere la linea di produzione a VAG, così finalmente avremo auto belle fuori e dentro ( e senza rumorini o pezzi vari sparsi dappertutto...)
Naturalmente b) è solo una boutade....., però.....