Presentata nel 1993, la 155 V6 TI, esteticamente riproduceva quasi la stessa linea esteriore dell'
Alfa Romeo 155 stradale, anche se in realtà era un vero e proprio prototipo nel quale meccanica e carrozzeria erano profondamente rivisti per l'utilizzo nelle competizioni.
Il
telaio era di tipo tubolare, costituito da una complessa struttura a traliccio di tubi di
acciaio, dentro al quale in posizione anteriore era adagiato il motore.
La
carrozzeria da regolamento poteva essere modificata mantenendo però le linee originali, fedelmente riprodotte in carbonio, inoltre al di sotto della linea immaginaria che congiunge la metà inferiore delle ruote erano concesse prese d'aria, sfoghi, appendici libere: in base alla larghezza del modello di serie omologato dipendeva la larghezza della vettura da corsa, infatti era consentito allargare le carreggiate di 10 cm, tanto che la 155 di serie venne addirittura modificata per questo fine.
La normativa imponeva un fondo piatto del corpo vettura per limitare l'
effetto suolo, che tuttavia poteva raggiungere un valore importante di 800 kg alla massima velocità, questo grazie anche ad un
alettone posteriore posizionato sopra il bagagliaio e uno
spoiler sul paraurti anteriore a rasoterra.
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Motore 2.5L V6 60° (1993-1996)
La parte meccanica era veramente raffinata, materiali e tecnologie erano avanzati quanto le Formula 1 del tempo. Il motore
V6 Alfa Romeo di 2,5 litri di cilindrata montato in posizione anteriore longitudinale, passò nel corso delle stagioni dai 420 CV del 1993 ai finali 490 CV del 1996, erogati tra gli 11.500 e gli 11.800 giri/min e con un regime massimo di rotazione di 12.000 giri al minuto (limite massimo consentito dal regolamento), la coppia massima arrivò al valore di 32,4 kgm. Il monoblocco e le testate (realizzate dalla
Cosworth) erano di sofisticate leghe di alluminio microfuso, 24 valvole a richiamo pneumatico, doppia accensione per ogni cilindro e lubrificazione a
carter secco.