AR51 "Matta" - Scheda tecnica

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AUDACE

Alfista Intermedio
20 Marzo 2008
3,393
68
49
BG
Regione
Lombardia
Alfa
GT
Motore
1300 Junior (1967)
[FONT=Arial, Helvetica, sans-serif]Verso la fine del 1950 che la dirigenza dell’Alfa Romeo scoprì che già da alcuni mesi la Fiat stava progettando un veicolo 4x4 per effettuare consistenti forniture all’Esercito Italiano ed alla Polizia di Stato, necessarie per sostituire le mitiche ma ormai esauste Jeep lasciate dagli americani alla fine della seconda guerra mondiale.
In quel periodo, nell’ufficio studi e progettazione dell’Alfa lavorava un brillante tecnico proveniente dalla Ferrari, Giuseppe Busso, al quale venne dato un preciso ordine: realizzare una vettura fuoristrada seguendo le caratteristiche richieste dal Ministero, ma migliore della Fiat e con piena libertà di progettazione tecnica, il che significava….. senza badare a spese! Ma tutto doveva realizzarsi in meno di un anno. Busso si dedicò quindi a tempo pieno al progetto della Matta e fu proprio grazie a questo incarico che superò contrasti personali interni all’azienda e che poi restò per quasi 30 anni all’Alfa Romeo, nella quale fu il capo progettista della meccanica di tante altre vetture di grande successo, dalla 1900 alla Giulietta, dalla Giulia alle 1750 e 2000, e poi la Montreal col suo 8 cilindri derivato dalle corse, ed ancora il motore 6V iniezione, per non parlare poi di tanti progetti e prototipi mai messi in produzione.
Non avendo mai prodotto nulla nel campo dei veicoli fuoristrada e dato il poco tempo a disposizione, i tecnici Alfa pensarono di accorciare i tempi necessari allo studio di una 4x4 acquistando tramite la filiale svizzera della casa milanese un esemplare della più moderna fuoristrada di quel momento, la Land Rover 80, per valutarne le caratteristiche e per avere già pronta una base su cui iniziare a sviluppare le proprie idee. In realtà la scelta della 4x4 inglese era obbligata, in quanto nel 1950 il mercato del 4x4 era praticamente inesistente e le altre vetture fuoristrada oggi a noi conosciute non erano ancora nate.
Alla Land Rover venne rapidamente montato un motore di serie della Berlina 1900, bialbero a 4 cilindri in linea con 80 cavalli, al posto del 1600c.c. della vettura inglese, quindi i tecnici Alfa camuffarono la carrozzeria ed a gennaio del 1951 iniziarono i primi collaudi sui terreni circostanti la fabbrica ancora devastati dai bombardamenti della guerra. Fra i collaudatori in forza all’Alfa Romeo di allora, quello che si sobbarcò la maggior parte dei test fu Guido Moroni, al quale spettò il compito di martoriare la vettura fino alla rottura, in modo da costringere il progettista ad aumentarne progressivamente la robustezza quanto più era possibile.
Con l’esperienza acquisita sulla fuoristrada inglese, nel giro di poco tempo venne costruito il primo prototipo tutto Alfa, sempre molto simile alla Land Rover per quanto riguarda l’aspetto esteriore, ma già dotato di sospensioni indipendenti all’avantreno, richieste espressamente dai tecnici militari, primo fra tutti il Colonnello Garbari, il quale pretese anche il bloccaggio manuale al 100% sul differenziale posteriore per aumentare la motricità sui terreni più sconnessi.
Nel frattempo l’Ufficio Progettazione stava già realizzando i disegni della carrozzeria che avrebbe poi avuto la bella conformazione oggi conosciuta.
Il tempo però scorreva veloce e si giunse a maggio del 1951, quando i vertici dell’Esercito Italiano organizzarono un primo confronto delle prestazioni della Matta e della Campagnola rispetto alle Jeep. Questa prima “sfida” si svolse in una grande area riservata ai collaudi dei mezzi militari situata a Serravalle del Chienti, nella provincia di Macerata .
In questa prima occasione di confronto diretto fra veicoli della stessa categoria, la Matta non fece una gran figura, soprattutto a causa dei rapporti del cambio troppo lunghi e per lo sbattimento dell’olio motore nella coppa. Ricordiamo che il motore era ancora quello strettamente di serie della berlina stradale!
Rientrati a casa, Busso ed i suoi collaboratori nei mesi successivi modificarono drasticamente il cambio, accorciando i rapporti del riduttore e modificarono il motore applicandovi la coppa asciutta, o carter secco, con lubrificazione forzata tramite una pompa di mandata ed una di recupero e con serbatoio separato, assecondando così anche le richieste del Colonnello Garbari.
Trascorse l’estate e la Fiat a settembre del ’51 presentò la sua versione definitiva della Campagnola alla Fiera del Levante a Bari, bruciando sul tempo l’Alfa, la quale, pur avendo ormai pronta la versione definitiva della meccanica, ancora non aveva approntato la carrozzeria completa.
Appena una settimana dopo, però, c’era il Gran Premio di Formula 1 a Monza, il 16 settembre 1951, e l’Alfa Romeo non si fece scappare l’importante occasione per presentare la sua nuova 4x4 al grande pubblico, facendo sfilare il prototipo della Matta guidato da Nino Farina, campione del mondo di Formula Uno in carica, il quale la condusse per tutto il tracciato alla testa di un corteo di vetture sportive .
Poche settimane dopo, nel mese di ottobre ’51, venne finalmente realizzata la prima vettura preserie con la carrozzeria quasi definitiva, punzonata con telaio AR 51 *50001* e dotata del motore a carter secco identificato con il numero di serie 1307 *00001* , con la quale furono superati brillantemente i collaudi definitivi presso i centri prova dell’Esercito Italiano, al termine dei quali venne omologata come Autovettura da Ricognizione ‘51, secondo la classificazione militare.
Erano dunque trascorsi solo 10 mesi dall’ordine iniziale alla realizzazione della prima vettura definitiva; ancora oggi sarebbe un’impresa quasi impossibile, pur con le tecnologie di cui disponiamo. Infatti, tranne il motore, che comunque era stato modificato rispetto a quello della berlina di serie, tutto il resto, cambio, differenziali, sospensioni, sterzo, era stato progettato e realizzato appositamente per la Matta. Non si era badato ai costi di produzione ed infatti la meccanica della Matta agli occhi degli esperti dimostra ancora oggi tutta la sua raffinatezza e sofisticazione. Come detto l’obiettivo reale era battere la Fiat e basta, dimostrare di saper costruire anche veicoli di tal genere, il problema dei costi non c’era semplicemente perché non c’era l’intenzione di produrre grandi numeri.
All’inizio del 1952 cominciò dunque la produzione delle Matta di serie e la prima vettura, punzonata con telaio AR 51 *00001*, uscì dalla fabbrica nel marzo di quell’anno. Le vetture venivano costruite a mano una ad una nello stabilimento aeronautico dell’Alfa a Pomigliano d’Arco, vicino a Napoli, da dove venivano poi destinate ai vari clienti..
La versione AR 51, quella progettata con le specifiche ministeriali, venne prodotta complessivamente in soli 1899 esemplari tra il 1952 ed il 1953 e venne suddivisa in due serie, la prima destinata in gran parte al Ministero della Difesa (Esercito) e la seconda fornita in numero minore soprattutto al Ministero degli Interni (Polizia). Altre vetture tipo AR 51 vennero date anche all’Aeronautica, alla Marina, alle Finanze e ad altri ministeri.
Sempre della versione AR 51, ben 116 vetture furono vendute direttamente a privati e tra questi spicca il nome del Conte Leonardo Bonzi di Milano, che ne utilizzò due per effettuare una lunga spedizione in Sud America per aprire una nuova via di comunicazione tra l’Oceano Atlantico ed il Pacifico. La spedizione, durante la quale venne realizzato un bellissimo documentario, durò circa quattro mesi, da aprile a luglio del 1952 e percorse oltre 4000 km attreverso strade inesistenti, paludi, montagne e zone disabitate del continente sudamericano.
Sempre nel 1952, nel mese di maggio, la Matta iniziò molto brillantemente anche la sua carriera agonistica partecipando alla Mille Miglia, che per la prima volta nella sua storia vedeva alla partenza anche veicoli militari inseriti in una speciale categoria .
Alla gara il Ministero della Difesa Italiano iscrisse 4 sue vetture tipo AR 51, due Fiat Campagnola e due Alfa Romeo Matta, condotte da militari in regolare servizio.
Vinse la competizione la Matta condotta dal capitano Costa e dal tenente Verga, che distanziò di ben 41 minuti la prima delle due Campagnola e di 1 ora e 52 minuti la seconda. Tutte le vetture erano strettamente di serie come in uso presso i rispettivi reparti di appartenenza, l’unica “preparazione” per la gara fu l’aggiunta di un faro anteriore e di gomme con battistrada stradale. I piloti militari corsero indossando la regolare divisa d’ordinanza.
Contemporaneamente l’Alfa Romeo iniziò anche gli studi anche di una versione destinata esclusivamente al mercato privato, differente in numerosi dettagli da quella militare ed il primo prototipo di questa versione effettuò un significativo collaudo al Tour de France 1952 come vettura “ammiraglia” della squadra italiana di ciclismo, nella quale gareggiava il grande Fausto Coppi, che vinse brillantemente la prestigiosa gara francese.
La AR 52, la versione Civile della Matta, tra il 1953 ed il 1955 venne prodotta in appena 154 esemplari, oggi rarissimi.
Le Matta vennero utilizzate per effettuare anche altre importanti spedizioni; nel 1953 un esemplare della versione AR 51, dotato di hard top venne dapprima impiegato per un raid al Polo Nord e successivamente poi utilizzato dal Conte Bonzi per un lungo viaggio in Indonesia.
Nel 1955, a produzione ormai conclusa, all’ Alfa Romeo fu anche realizzato un esperimento dotando una Matta AR 51 del motore diesel tre cilindri normalmente installato sul furgone Romeo; questo tentativo comunque non ebbe un seguito produttivo e tutte le Matta, sia militari che civili, vennero dotate all’origine dall’Alfa Romeo solamente del motore a carter secco serie 1307 .
In totale le Matta costruite, compresi i prototipi, furono 2059; attualmente il nostro Registro ne ha censito circa un centinaio della versione AR 51 ed una decina della AR 52. Infatti, dopo le fatiche passate durante il servizio prestato presso i Ministeri, le Matta furono in gran parte demolite. Fra quelle rimaste, molte vennero usate come veicoli da lavoro, molte altre vennero invece utilizzate per competizioni fuoristrada, apportandovi modifiche ai motori, alle sospensioni, allo sterzo, operazioni che ancora oggi vediamo effettuate in alcuni esemplari impegnati nei vari Campionati.
Le Matta rimaste originali del tutto o in parte sono oggi invece oggetto di collezionismo ed anche all’estero vengono recuperate dagli appassionati del marchio Alfa Romeo. Dai dati del Registro sappiamo infatti che ve sono negli Usa, in Giappone, in Inghilterra, in Germania, in Finlandia, in Sud Africa, in Olanda.
Ma il nome Matta come è nato? Per l’Alfa Romeo la classificazione ufficiale presente su tutta la documentazione ed i progetti è 1900 M, cioè Militare; per il Ministero della Difesa era, ed è, AR 51, Autovettura da Ricognizione 1951.
Matta non è una denominazione ufficiale, ma semplicemente un soprannome che nacque da una felice intuizione del direttore generale dell’Alfa Romeo di allora, l’ingegner Iginio Alessio, il quale assistendo ad alcune prove e vedendo quali prestazioni era in grado di offrire, tutto meravigliato esclamò: ”Ma quella è matta! Benissimo, aggiunse, chiamamola Matta”.
Un simpatico soprannome che dopo oltre cinquanta anni identifica immediatamente una pagina straordinaria e mai più ripetuta nella lunga e prestigiosa storia dell’Alfa Romeo.


DATI TECNICI:

- Motore: anteriore longitudinale di derivazione bi-albero 1900 con testa in lega leggera - monocarburatoree con radiatore d'olio - 4 cilindri in linea 1884 cc.
- Potenza: 65 cv a 4400 giri/min
- Cambio: 4 marce + R
- Velocita max: 105 km/h (su asfalto)
- Consumo mdeio: 15 lt./100 km
- Lunghezza: 352 cm
- Larghezza: 157 cm
- Passo: 220 cm
- Altezza: 182 cm
- Peso a secco: 1250 kg
- Meccanica: Sospensioni anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
- Telaio: a longaroni con traverse a lamiera scatolata
-Trazione posteriore/Integrale inseribile manualmente
- Pendenza massima superabile: 120%
- Prezzo di listino nel 1951: 1935000 lire



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