kormrider
ALFISTA BALILLA.
- 18 Gennaio 2012
- 31,925
- 20,866
- 181
- Regione
- No Italy
- Alfa
- 75
- Motore
- 2.0 Twin Spark
- Altre Auto
- Alfa 75 1.6 IE (1992-Battesimo con Alfa)Panda Nuova 1.2 - Ford Ranger LIMITED 3.2 TDCi
Io aggiungerei che la bontà dell'olio non si può misurare dall'intervallo consigliato per la sostituzione...
Faccio un esempio, l'olio Fiat per competizioni, il VS Corse.
Era un olio eccezionale per l'epoca che però aveva la caratteristica di dover essere sostituito ad ogni competizione in quanto non disponeva di formulazioni specifiche per mantenere inalterate le caratteristiche originali. :grinser002:
Sempre ragionando con l'esempio precedente... il Selenia 20K è teoricamente "garantito" per 20.000 km, quale altro olio ha espressamente dichiarato l'intervallo di sostituzione?
.:stretta:.
tutti i lubrificanti che rispettano le specifiche Fiat G2; H2
Ovvero, Motul 5W-40 X-Cess e Selenia Star 5W-40 rispettano le specifiche Fiat H2
FIAT 9.55535-G2 | qualificazione per lubrificanti per motori a benzina con caratteristiche standard. |
FIAT 9.55535-H2 | qualificazione per lubrificanti per motori a benzina elevate prestazioni, ed allungamento dell'intervallo di cambio. |
e comunque anche tutti gli oli sintetici, oltre i 15.000km hanno già perso gran parte delle loro caratteristiche. specialmente con guide cittadine repentini stop and go, brevi tragitti, e guide sportive.
FINALMENTE un po' di CULTURA e non solo INFORMAZIONI...grazie, Korm .:stretta:.
Vorrei attirare l'attenzione su questo paragrafo:
Qual è la differenza tra un lubrificante sintetico ed un lubrificante minerale?
Un lubrificante è definito 'minerale' quando è basato sulla raffinazione del petrolio greggio. I lubrificanti sintetici invece sono realizzati per reazione chimica tra diversi componenti.
Il processo per l'ottenimento di un lubrificante sintetico, confrontato con quello per l'ottenimento di un olio minerale, è più complesso e quindi più costoso. Tuttavia i prodotti sintetici hanno proprietà superiori come la resistenza all'ossidazione, possono essere utilizzati in condizioni di temperatura molto elevata e/o per un periodo più lungo tra cambi olio successivi. Gli oli semi-sintetici sono ottenuti miscelando con cura una base minerale ed una base sintetica. Ciò produce, a costi ragionevoli, proprietà che sono superiori agli oli minerali in quanto mantengono caratteristiche di rendimento elevate grazie alla componente sintetica.
Che, al di là della corretta differenziazione QUALITATIVA, pone immediatamente il problema dell'esigenza di una caratterizzazione QUANTITATIVA.
Se un olio è "sintetico 100%" ok, c'è poco da discutere. Chi usa tali lubrificanti e li cambia a 10'000km è un po' fesso, perché spreca un prodotto che potrebbe durare molto di più, e oltretutto inquina l'ambiente e spreca energia (quella per produrre i suoi prossimi INUTILI 10'000km di lubrificante, e quella per portarlo fino al suo motore).
Ma un olio "non 100%", cosa fa? Quanto dura? E soprattutto, per gli amanti dei marchi, quanto è sintetico e quanto no il loro lubrificante preferito?
Prima di accapigliarsi per una scritta, sarebbe il caso di trovare questo dato importante.
Io, se devo spendere di più per un lubrificante che poi toglierò troppo presto, preferisco risparmiare ed acquistarne un altro che dura "giusto giusto il tempo che lo terrò", e questo significa che se una casa mi serve un olio semi-sintetico di buona qualità che dura 20'000km, lo prendo volentieri e lo cambio a 19'000km, e faccio felice l'ambiente, il portafogli ed il motore.
Allora, chi è che sa quali sono "le PERCENTUALI di sinteticità" dei lubrificanti non 100% sintetici, e quale è la loro durata senza decadimento apprezzabile delle prestazioni?
IA
Lieto di essere utile, posto un altro link molto interessante all'argomento, e che forse potrà rispondere ai tuoi quesiti:
http://www.treccani.it/export/sites...e/enciclopedia/italiano_vol_2/751-772_ita.pdf
Basi sintetiche
Le PAO costituiscono la classe di basi sintetiche
maggiormente usate in autotrazione. Sono costituite da
catene idrocarburiche sature a elevato grado di ramificazione. Presentano caratteristiche a freddo e volatilità
molto migliori degli oli minerali derivati da processi di
estrazione al solvente, hydrocracking o idroisomerizzazione.
Sono poco polari e di conseguenza hanno limitato
potere solvente (solvency), che può andare a scapito della
capacità di solubilizzazione degli additivi polari presenti nell’olio lubrificante e dei prodotti di ossidazione che
si formano in esercizio.
Un’altra classe di basi sintetiche tipicamente usata
in autotrazione è costituita dagli esteri; essi sono composti polari e per questo motivo vengono generalmente
impiegati in miscela con le PAO. In funzione del tipo di
acido e di alcol impiegati nella sintesi è possibile impartire alla base le caratteristiche reologiche e prestazionali desiderate. Grazie alla loro capacità lubrificante e, dove
richiesto, all’elevata biodegradabilità, gli esteri trovano
largo impiego negli oli per motori a due tempi.
Altre classi di basi sintetiche trovano impiego in settori della lubrificazione particolari.
La scelta della base o della miscela di basi è fondamentale perché, anche se molte proprietà del lubrificante
vengono garantite da un’adeguata additivazione, la natura chimica della base può influenzare pesantemente alcune caratteristiche prestazionali del lubrificante.
Quindi, a seconda della base impiegata, si avranno
effetti positivi o meno sia sulle caratteristiche chimico-fisiche e reo-logiche sia su quelle prestazionali del lubrificante finito
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