L'osservazione che ha portato ad adottare lo 0w20, più favorevole per gli attriti cinematici e per le emissioni di co2 in omologazione, è che comunque l'olio di un motore moderno passa per uno scambiatore olio acqua e quindi soffre molto meno la temperatura ambientale rispetto alla soluzione classica della coppa alettata in alluminio o del radiatore olio aria.
Se vogliamo adottare un atteggiamento ipercritico si poteva anche restare al vecchio e più economico 5w30 c2 rinunciando ad un paio di cavalli e dovendo far scaldare un poco il motore all'avviamento, cosa che per un diesel non è mai un male.
Proprio oggi mi è capitato di riavviare dopo due o tre minuti a motore perfettamente in temperatura ed osservare che per circa un mezzo secondo si è acceso il segnale di pressione olio troppo bassa, in realtà era l'olio, appena cambiato, ad essere così fluido da non entrare subito in pressione. Un migliaio di km e la densità aumenta per addizione di residui carboniosi.
L'impressione è che questo 0w20 sia un poco estremizzato, ma quello che conta non è la densità alla temperatura d'esercizio, bensì la resistenza del velo d'olio sull'interfaccia di attrito, se rompe siamo nei guai.