Quanti cv si possono tirare fuori dai nostri Busso 3.0 V6 12v...

aDopo aver letto molte cose un po' esagerate queste ultime considerazioni mi paiono sagge e coi piedi per terra.

Il V6 12 valvole ha un solo asse a camme che comanda sia le valvole di scarico che d'aspirazione: non può avere il variatore di fase come nei bialbero 4 cilindri.
L'efficienza di un motore si valuta con la pressione media effettiva, e la coppia massima per litro è in funzione di questa. Se si ragiona in termini di coppia massima si vede che da un 2 valvole per cilindro che possa anche passare una revisione più di tanto non si riesce a tirar fuori.
All'ALfa i motori li sapevano progettare (erano tra i migliori al mondo) e se certe cose non le hanno fatte non è stato per incapacità, ma o per scelte progettuali o per economie di produzione.
La potenza massima serve solo per la velocità massima. Anche in accelerazione e soprattutto in ripresa conta come è distribuita la coppia: più ce n'è a tutti regimi e meglio è: è normale vedersi andar via una turbodiesel con pari o poco meno potenza massima, ma molta più coppia, anche se magari è più pesante.

Il V6 nacque ad alimentazione singola (6 carburatori), e non è una cosa da poco: era possibile impiegare assi a camme con fasature spinte e tanto incrocio, senza troppi problemi al minimo, perché le farfalle chiuse impedivano ai rifiuti di risalire nei condotti. Nacque per una berlina di rappresentanza (ALfa 6) e aveva ai bassi la coppia da auto di rappresentanza e sportivo da ALfa agli alti: era un compromesso unico (fine anni '70).
Quando passò a iniezione col GTV6 e L'Alfa 6 seconda serie fu un miracolo che non perse potenza massima, perse pochissimo di coppia massima (0,7 Kgm = 6,8 Nm), ma diventò ancor più docile e sempre ben carburato (con 6 carburatori andrebbe rifatta la carburazione la mattina, il pomeriggio e la sera) non ci dimentichiamo che per tutti i motoristi italiani negli anni '80 il passaggio da alimentazione singola a iniezione Bosch con una sola farfalla (era necessaria per poi mettere la sonda lambda ed il catalizzatore, le 75 catalizzate sono denominate USA '83 in EPER) non fu indolore: la Ferrari da 308 (3000 8V) a 308i scese da 230 Cv (e 30 Kgm di coppia max.) a 214 CV, sempre a 6600 Giri/min, poi risaliti a 240 Cv a 7000 giri/min solo raddoppiando le valvole (e 26,5 Kgm di coppia max), tutte prestazioni secondo la norma DIN di allora. Poi seguirono le 328, 348, perché come dicono gli americani: niente è come la cilindrata (in più).

Le preparazioni fatte bene comportano un miglioramento dell'efficienza del motore. Il solo fatto di fare un montaggio accurato, anche con tutti i pezzi di serie, se fatto da persona competente comporta una riduzione di perdite a tutti regimi con un aumento di prestazioni del 10% o poco più a tutti regimi (è quello che fanno chi produce motori in piccola serie, p.es. è quello che faceva la Honda con le Type-R, in cui l'aumento di prestazioni rispetto ai modelli derivati era dovuto solo al montaggio artigianale). E' quello che è sempre stato fatto quando si deve correre col motore di serie (le A 112 Abarth 70 HP che correvano nel trofeo erano strettamente di serie, ma avevano sui 78 CV), è quello che fanno sempre i preparatori bravi. Io lo feci fare su un motore moto (aperto per riparare il cambio, dato che era nell'officina di uno che sapeva anche preparare i motori) ed i risultati furono esaltanti (misi nuove solo guarnizioni e fasce elastiche, tutto il resto era buono): tanta più coppia dal minimo al massimo e più prontezza a prendere i giri.
Metter un asse a camme spinto su un motore sfiatato o spompato non dà gli stessi risultati (da noi si dice: "come metter la cravatta a un maiale"). Se si vuole far bene non basta lavorare le testate, le perdite (meccaniche) sono sopratutto nel basamento. MA per bilanciare ogni biella e metter tutto la peso minimo e avere lo stesso rapporto di compressione in ogni cilindro, curare ogni accoppiamento col gioco giusto (non troppo stretto non troppo largo) ci vuole tanto tempo di gente davvero capace. LA differenza la fanno tanti piccoli dettagli, è roba da gente esperta precisa, pignola e appassionata (tante ore di lavoro di persone brave sono... migliaia di euro solo di manodopera). Se lo fa uno qualunque, poi il rischio è che vada peggio.
L'aumento del rapporto di compressione (il rendimento del ciclo Otto ideale è funzione solo del rapporto di compressione), se ragionevole non dà problemi se si usa benzina a numero di ottani più alto di quella per cui era nato il motore di serie.
Io terrei a riferimento SZ/RZ, data la serie limitata, forse era assemblata con più cura delle 75 coetanee?
Il vano motore 116 (quello'dell'Alfetta) era stato voluto da Busso con misure che potessero ospitare anche il 6V che stava progettando contemporaneamente (lo dichiarò in un intervista), ma era la fine anni '60, e credo che la linea delle berline 116 e 162-162B e della Alfetta GT fosse disegnata per il bialbero con carburatori laterali (cofano molto basso) e solo con la 164 furono ridisegnati completamente ei condotti di aspirazione (il cofano più alto permise alla 164 2.0 T.S. cat di riguadagnare tutti i CV che la 75 2.0 T.S. cat perdeva rispetto alla no cat. solo per il diverso andamento di condotti aspirazione). IL cofano delle 75 fu bombato per mettere il 6V ed i 4 cilindri T.S:, ma non c'era tanto spazio da guadagnare.

Io ho i 2 motori a 2 solo valvole per cilindro con potenza specifica più elevata della loro famiglia 4 cilindri Alfa. Bello? Mica tanto, vanno bene in alto, ma ai bassi sono vuoti. La 75 T.S (75,4 Cv/l con variatore di fase): nonostante il variatore di fase è sportiva sopra i 4000 giri/min (a quel regime ha 19 Kgm un valore record per i motori a 2 valvole per cilindro di grande serie del periodo, simile alla coppia dei 2 litri ALfa dei primi anni '70, quando non c'erano norme antiinquinamento o problemi di consumi), ma sotto i 2000 giri/min, auto più piccole e meno potenti scattano meglio. Il miglior 2.0 Twin SPark fu quello che ... rimase solo un prototipo, usato su una 164 e purtroppo mai entrato in produzione, ma provato su Automobilismo: avevano tolto il variatore di fase e messo lamelle all'aspirazione (usate su quasi tutti i motori 2T già a fine anni '80), all'ingresso della testata prima delle valvole: sotto i 2000 giri/min aveva tutto quello che manca di coppia e prontezza alla T.S. di serie e da 2000 giri/min in sù andava come il T.S. standard. Ai bassi il rifiuto all'aspirazione dovuto alla fasatura spinta faceva chiudere le lamelle, e quando la valvola asp. poi apriva trovava una camera con gas in lieve sovrappressione (come una minima sovralimentazione iniziale) che favoriva il riempimento, un po' come nell'alimentazione singola a carburatori, o nelle 33 1,7 i.e.16V che ha 1 farfalla per cilindro.
La 33 1,3 i.e. L, per chi non la conosce, non ha l'accensione iniezione Bosch col debimetro strozza-condotto aspirazione, ma ha una Weber-Marelli (come nella 33 1,7 16V, come nelle utilitarie Fiat, ma anche nelle Ducati coetanee campioni del mondo SuperBike, e altre moto italiane) con logica alpha-N, e controllo in retroazione dalla sonda lambda. Ha 90 CV a 6000 giri/min contro gli 88 della V/VL ma la coppia scende a 11,8 Kgm a 4500 giri/min contro i 12,4 a 4000 giri/min, quindi il 1350 ha guadagnato di potenza specifica (66,6 CV/l senza variatore di fase) passando da carburatori a iniezione catalizzata! (ed il 1350 a carburatori ed iniezione singola era molto meteopatico). Però la ie. cat è divertente da 4500 giri/min fino al limitatore, ma sotto i 2000 giri/min è lenta e tira poco. Era molto meglio la 33 1.5 i.e. cat con la Bosch, che con quasi la stessa potenza (95 CV) aveva più coppia ai medi e bassi: io avrei preferito quella, dopo averla guidata, anche se la velocità max era solo di 2 Km/h più alta.
Se si mette un asse a camme molto spinto la potenza massima sale perché la coppia si sposta a regimi più alti, ma bisogna chiedersi, a che regimi uso di solito la mia auto? E ai regimi di uso normale che serve avere la massima coppia. Qualcuno ha mai guidato i vecchi 2T (vecchi anche più delle 75) da cross/regolarità in cui addirittura il regime di coppia massima e potenza massima coincidevano?
Il bello delle Alfa di prima della crisi petrolifera del '73 è che avevano la coppia massima molto in basso, anche sotto i 3000 giri/min. Alla fine degli anni '70 gli stessi motori avevano conservato la potenza max, ma per farlo la coppia massima era salita oltre i 4000 giri/min e non erano più pronti a salire di giri come i più vecchi. I motori in genere danno il meglio di sè tra il regime di coppia max e quello di potenza max, fateci caso.
Nelle moto, dove è più facile sfruttare la potenza che nelle auto, spesso vincono in pista e quasi sempre stanno davanti su strada, le moto che hanno più "schiena", cioè più coppia ai medi, di quelle che hanno solo potenza in alto (e nelle moto il cambio si gestisce in modo fulmineo rispetto al ns lento transaxle). COn un cambio lento come il ns serve un motore con coppia, per avere spinta dopo un lentissimo cambio marcia (i doppia frizione a 7/8 marce di oggi sono un'altra cosa).

L'Alfa 90 6V 2.0 C.E.M., aveva un farfalla per cilindro, condotti che si raggruppavano a 3 a 3, e potenza e coppia ai vertici dei 2 litri a 2 valvole (senza variatore di fase). Peccato che non ebbe seguito.
 
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Allora per non recare confusione bisogna dare un taglio, separare le cose, cioè sul stradale o su competizione?
 
esattamente.
Una preparazione per uso stradale è completamente diversa da una per utilizzo pista o comunque corsa.
 
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Ma il tipo di preparazione dipende dal regolamento della categoria in cui si corre. E' il regolamento di gara che ti dice su cosa puoi intervenire e cosa no (se non passi le veridiche nemmeno parti, se ti fanno un reclamo a fine gara devi aprire il motore e lasciarlo verificare). Con che tipo di carburante? Il carburante poi te lo prelevano e lo mandano ad analizzare? Etc.
E poi anche a seconda del tipo di percorsi: nella velocità in salita serve un motore pieno anche sottocoppia, se si gira in pista è diverso se girare al Mugello (velove, tante curve sali e scendi), a Magione (lento, in piano) o a Monza (veloce in piano).
La scelta dell'erogazione del motore e dei rapporti di trasmissione vanno a braccetto. Rapporti di serie o no?
Stradale: tutto legale? Che passi anche la revisione? Che l'assicurazione continui a coprirti?
Fondamentale che limite di spesa?
E siccome l'auto è un insieme che deve esser armonico, quale è il limite di spesa per tutto il resto (p.es inutile elaborare il motore se la sincronizzazione del cambio non va bene).
Si ragiona solo in termini assoluti o si considera il rapporto costo/risultati?
 
Ok Alfista dunque per uso pista e infatti se a volte non fanno delle modifiche è proprio per questione di regolamento, altrimenti avrebbero fatto di tutto, ecco perchè è più facile cercare i CV nel salire salire di giri il motore.......
ma Ste 75 3.0 V6 penso voglia guardare il stradale.......
 
Stradale, sicuramente stradale... nelle intenzioni un'elaborazione ispirata alla versione gruppo A, ma stradale.
Del resto l'Alfa Romeo per arrivare a 232 cv delle Quadrifoglio Verde ha dovuto adottare testate a 24 valvole al motore più evoluto delle 164.
Così come ha dovuto innalzare la cilndrata di circa 200 cm3 per arrivare a 250 cv...
Quanto alla trasmissione già ho sostituito l'originale cambio 11/39 da pullman con l'appena più corto - ma sempre lungo, credetemi - rapporto 11/43 della turbo,
Infatti c'è pure chi monta il 10/41, tutti cmq autobloccanti, della twin spark...
Per i freni monto tubi areonautici, dischi autoventilanti forati e baffati anteriori e posteriori, pastiglie racing, olio dot5, forse a vettura finita e collaudata dovremo mettere una pompa freni più grossa... staremo a vedere.
 
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Dunque io partirei in un altro modo, a valvole aperte nel PMS il pitone non le deve toccare e crescere in mezzo per dare un rapporto di compressione maggiore, perchè le valvole devono coprire almeno 200 ° di rotazione volano da consentire un'ottimo scambio fluidi.
Poi molle più dure per le valvole per alzare di almeno 2.000 giri/min, le bielle sono robuste?
Un radiatore olio con una elettrofarfalla per consentire di non avere sgraditi ritorni per via dell'incrocio valvole.
Il Problema per me è un'altro, ma intedi stare con quell'albero a parastrappi in gomma?
Io opterei per una trasmissione tipo daily, con i snodi a perni e un corri asse, tutto è rigido e sicuro, le gomme le schianti nelle spalle e le devi scegliere le più larghe possibili.....
 
Se un'auto è usata si strada deve esser in regola con le norme di omologazione. Bisogna informasi bene sulle norme in vigore (coi mezzi d'epoca anche con tutta la buona volontà solo per l'indisponibilità di ricambi originali , ma rifatti ci possono esser problemi), da persone ben infomate e aggiornate. Non c'è solo l'obbligo della revisione biennale, ma le assicurazioni in genere hanno la clausola del diritto di rivalsa: se l'auto non è conforme pagano, ma poi si rivalgono sul patrimoniio dell'assicurato (e se non basta di parenti ed eredi). Quello che può non esser notato ad una revisione può esser controllato da un perito assicurativo. Inoltre in parlamento sono in discussione modifiche al C.d.S. con modifiche in senso restrittivo, e sanzioni più elevate. Se si vuole esser in regola si può fare poco (molto di quello proposto non credo sia conforme).

Da qui si ca un po' O.T. Ma i problemi sono stati sollevati e non saprei dove rispondere.
Le Alfa 75 hanno un rapporto di trasmissione correttamente calcolato per raggiungere la velocità massima al regime di potenza massima o a un regime di poco superiore. Basta aver letto i depliants originali delle Alfa, per trovare nelle pagine delle caratteristiche tecniche sia i diagrammi di coppia e velocità in funzione del numero di giri, che i diagrammi delle velocità dell'auto in funzione del numero di giri nelle varie marce. Sono diagrammi facili da capire. In tutti i tests delle riviste era riconosciuta tra le migliori doti dei cambi ALfa di avere rapporti ben calcolati per il tipo di auto. Inoltre (dalla fine anni '70) ALfa garantiva i motori da nuovi per 100.000 o 2 anni. Se un motore con poco più di 100.000 Km (che per una Alfa di allora è quasi nuovi, vedi: https://forum.clubalfa.it/boxer-iniezione/31530-100-mila-km-troppi.html, più grande di cilindrata è un motore, e meno vien tirato, di solito) ha perso 20÷25 % di coppia e potenza vuol dire che nei ciraca 20 anni di vita non è stato manutenuto come prescritto (semplicemente con un tagliando ben fatto può magari ritrovare la sua forma originale, magari al 98÷99% se è stato trattato male). Se un'auto è in forma lo si vede provando la velocità massima in piano e senza vento (in luoghi dove queste velocità sono consentite). Se non arriva alla massima velocità in un paio di Km, non è perché ha rapporti da pullman, ma perché si ha un auto non a punto. Sono pochi i posti dove si può fare una simile prova (piste e autobahn tedesche).

ALfa prescrive per i freni il DOT4. SE uno si informa (oggi è facile, ma anni fa appena usciti i DOT 5 e poi 5.1 certe cose non si sapevano, e vari utenti finali come me hanno subito danni per colpa di meccanici a cui importa guadagnare di più su ogni singola voce del conto) scopre che per uso stradale (sia auto che moto) il DOT 4 va benissimo.
Fluido freni - Wikipedia
Il DOT 5.1 per uso stradale porta più problemi che vantaggi, il DOT 5 idem, ma in più è incompatibile, cioè dannoso, con le tenute di molti impianti (come i Brembo moto, e davanti la 75 T.S. ha pinze Brembo), perché è a base glicolica e non siliconica come il DOT4 e 5.1. QUi è OT, ma i dettagli sono a:
https://forum.clubalfa.it/impianto-frenante/27361-sondaggio-liquido-dei-freni.html
I problemi dell'impianto frenante della 75 dubito si risolverebbero con pompa maggiorata: potrebbe anche peggiorare i bloccaggi anomali e gli squilibri. Dovevi forse comprarla con l'ABS. Se ne è parlato qui: https://forum.clubalfa.it/impianto-frenante/16341-alfa-75-turbo-q-v-1991-freni.html

Non è vero che i 4 cilindri bialbero ed i 6V a un solo asse a camme in testa per bancata delle 75 siano modulari. Sono famiglie diverse progettate in origine in periodi lontani.
Il 4 cilindri è l'evoluzione del 1290 cm3 della Giulietta '56. 1.6 1.8 e 2.0 della 75 sono a corsa lunga con comando diretto delle valvole da parte degli assi a camme (interposta solo la punteria di spessore variabile). Tutti i 6V (dal 2.0 al 3.2, dal 2.5 della ALfa 6 '79, agli ultimi di 166 e 147/156 GTA di questo secolo) sono dei motori superquadri (cioè a corsa corta: così era la tendenza a inizio anni '70 quando fu progettato, cercare potenza salendo facilmente coi giri massimi).
IN gara con regolamenti molto liberi, il limite dei 4 cilindri bialbero 2000 (alesaggio 84 mm, corsa 88,5 mm), era che a poco più di 8000 giri/min il motore arriva a 24 m/sec di velocità media lineare del pistone (una volta veniva considerato un limite invalicabile). Il 3.0 V6 (alesaggio 93 mm, corsa 72,6 mm) ha il limite di avere solo le valvole di aspirazione comandate direttamente dall'asse a camme, mentre le valvole di scarico sono comandate da punterie, corte aste e bilancieri (facile da regolare e forse meno costoso di produzione, ma che crea più problemi se si volessero raggiungere regimi di rotazione motociclistici). Solo le versioni a 24 valvole del 6V hanno anche le valvole di scarico comandate direttamente dall'asse a camme (che lì sono 4, 2 per bancata di cilindri).
 
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Senza polemica Alfista, ma tu l'hai mai guidata una 75 3.0?
Se ne provassi una rimarresti certamente deluso dalle prestazioni, te lo dico io che ce l'ho e che le 75 le ho provate tutte tranne le td (la migliore per me come accelerazione e ripresa rimane la 2.0 a carburatori, anche se la ts ha più allungo).
La mia al confronto di altre stava messa mooolto meglio eppure posso assicurarti che rullata al banco dava poco più di 160 cv così come la mia 2000 berlina ante-rifacimento motore stava sui 114 e la mia ex Gtv 2.0 ts 16v sui 140.
E' vero che sono "rullate" da banco prova frenato e non inerziale (mediamente tra i due sistemi c'è circa un 10 % di differenza: da calcolare in più a favore dell'inerziale) ma cmq l'indicazione c'è e rimane valida!
Tu la tua 75 ts l'hai mai rullata al banco?
Pensi che dalla prova uscirebbero fuori 148 (o anche 145) cv?
Te provala e vedi come ne usciresti deluso... arriverà sì e no a 130 cv!
Su tutto il resto sono d'accordo, così come pure sul fatto che le soddisfazioni che ci regalano le nostre amate non sono solo le potenze massime assolute che riescono ad esprimere.....
 
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Guarda, si va O.T., sono considerazioni sui metodi di misurazione della potenza che volevo fare dall'inizio della discussione, finora non ho messo perché sulle metodologie di prova ci sarebbe troppo da scrivere.
So da prima di prendere la patente (A, a 16 anni) che sulle potenze ci giocano, e conoscevo già la differenza tra la metodologia S.A.E. (Society of Automotive Engineers, degli USA, quella in base alla quale le Alfa 2.0 a carburatori davano 150 Cv) quella D.I.N. (Deutsche Industrien Normen, tedesca)in base alla quale negli anni '70 lo stesoo motore 2.0 scendeva a 130÷133 Cv), la potenza secondo la normatica IGM (Istituto Generale Motorizzazione, italaina, che è quella più vicina al motore di serie, poi CUNA (italiana), poi ECE (europea). E tra la potenza SAE e la IGM c'è una differenza anche del 25%. E sono potenze rilevate all'albero motore, misure fatte sul volano cioé! Senza trasmissione.
Per la potenza e la coppia max bisogna intendersi Sempre su come vengono misurate.
NOn è una sottigliezza , bisognerebbe conoscere il dettaglio delle metodologie di prova, in vigore in un certo anno e cosa prevedevano.
P.es fino a metà anni '70 l'ALfa dichiarava la potenza e coppia secondo la metodologia SAE di allora, che voleva dire motore senza accessori (niente filtro aria silenziatore e ventilatore, che allora era comandato direttamente dal motore), le norme DIN (Deutsche Industrien Normen) escludevano gli accessori, ma includevano filtro aria silenziatore e ventilatore (niente generatore e pompa acqua?), le norme I.G.M. (Ispettorato Generale Motorizzazione) includevano il motore completo.
E le normative variano ogni tanto, quindi va specificato anche l'anno della normativa.
La differenza tra potenza all'albero e potenza alle ruote (sin da ragazzino leggevo Motociclismo in ogni test moto facevano la prova al banco e specificavano come avevano calcolato la potenza all'albero motore, e commentavano spiegandoli eventuali differenze coi dati dichiarati), so che gli attriti della trasmissione disperde quasi il 10% di potenza.
Tu non hai specificato MAI le modalità di prova. Se fai una prova con metodologia diversa da quella dichiarata in fabbrica (potenza al banco secondo le norme DIN in vigore al momento dell'omologazione dell'AUto, e corregendo i risultati per riportarsi dalle condizioni atmosferiche di prova a quelle standard di riferimento): ma li confronti coi dati di fabbrica confronti cose non omogenee.
La sigla che le riviste mettono sempre dietro un dato di potenza o coppia max per specificare la modalità di prova, non è uno spreco di inchiostro è fondamentale per capire i dati, come sono misurati.
Io di solito ho parlato solo di variazoni % di prestazioni proprio perché i numeri che avete citato, senza il riferimento preciso alla modalità di prova, alla normativa di riferimento sono campati in aria, come se uno usasse un metro di misura che non è lungo come quello standard..
Va sempre specificato come sono state misurate le prestazioni di un motore (i CV tra l'altro sono magari accettabili perché ai tempi della 75 erano ancora in uso, col vecchio Sistema Tecnico, ma da tempo è in vigore il Sistema di misura Internazionale e vanno usati i W oi KW). Quando si fa riferimento alla potenza rilevata la normativa specifica anche la temperatura e pressione ambiente e umidità dell'aria ai cui fare la prova, tipo e temperatura del carburante. Se non è possibile far la prova in quelle condizioni di riferimento (mai se non si ha una camera di prova climatizzata) si devono correggere i risultati con formule (o dati tabellati) per tener conto di tutto questo e anche dell'umidità dell'aria.
Quindi i numeri delle rullate che citi non ha senso confrontarli coi dati dichiarati se non hanno seguito la stessa metodologia di prova, ma questo non lo specifichi. La potenza SAE o DIN all'albero è un dato più convenzionale che reale. Da quella reale alle ruote la potenza all'albero la si può stimare, solo dopo opportuni calcoli.
Ma gli scarti con quanto dichiarato sono plausibili, se la Vs metodologia ha compreso degli accessori del motore in funzione che p.es nella normativa DIN di 20 anni fa non erano previsti, se non avete corretto la misura per tener conto delle perdite di trasmissione (che nella realtà variano a secondo della marcia inserita perchè non tutte le coppie di ingranaggi hanno lo stesso rendimento).
Solo persone che non sanno come vengono misurate le prestazioni dichiarate si possono sorprendere delle differenze tra i dati dichiarati e quelli rilevati. Ma chi ha un banco prova certe cose dovrebbe saperle, e spiegarle ai clienti.
Poi so benissimo che alcune case scelgono di dichiarare come potenza coppia, etc quelle medie (secondo la media statistica) della produzione, alcuni quelle massime (dei miglior motori che escono dalla produzione), pochi quelle minime (dei motori riusciti peggio). P.es. a 18 anni comprai una moto e poi con sorpresa scoprii che la moto di un'altra marca, che dichiarava solo 1 Cv in più, era di alcuni Km/h più veloce, pur essendo più pesante e con sezione frontale maggiore. Riuscii a sapere, in via ufficiosa, che la mia moto dichiarava le prestazioni del Model Year precedente, ma che il motore era stato irrobustito ed era diventato un po' meno potente, e che l'altra marca dichiarava invece come potenza quella dei motori meno riusciti che uscivano dalla catena di montaggio (quindi per dirla familiarmente prestazioni minime garantite), mentre i motori migliori davano un 10% in più, e la media era il 5% in più di quanto dichiarato.

Io mi riferivo al fatto che è normale che un motore trascurato perda un 20÷25% di prestazioni (vedi p.es. Top Gear del 2008, test Renault Avantime, cercavano di elaborarla per farla andare come una Mitsubishi Evo, col PRV V6 3.0 a 24 valvole che dava prima una rullata di circa 160 CV e dopo un tagliando era tornata vicina ai circa 210 CV dichiarati, ci sono i video anche su you-tube).

Siccome ero già consepevole da minorenne di come sono misurate le prestazioni, non mi sono mai sognato che una delle mie auto potesse dare alla ruota le stesse prestazioni dichiarate all'albero e senza alcuni accessori che assorbono potenza (ma che si possono scollegare solo col motore al banco prova) e magari in condizioni climatiche in cui c'è meno ossigeno nell'aria che nelle condizioni di riferimento. So anche che un motore in tutta la sua vita potrebbe non erogare MAI la potenza dichiarata. Questo perché da nuovo è un po' legato, ma magari è più vicino a quello del test di omologazione, ma se il mio motore è nato un po' meno bene o un po' meglio di quello di riferimento darà prestazioni un po' diverse. Poi i motori si slegano e magari hanno meno perdite interne che da nuovi (e allora anche la velocità max sarà più alta).
Dopo col tempo si usurano e perdono di compressione, e di prestazioni. MAgari l'unico giorno in cui le condizioni ambientali sono come quelle di riferimento della normativa, e il motore è nella stessa forma di quello in prova, uno non ha occasione di portare il motore a chiedere il massimo.

Quindi se tu parli di 160 CV, io do per scontato che tu (o chi ti ha fatto la misura) abbiate corretto i dati per riportare la lettura dalla ruota all'albero motore, e stimato la correzione per i dati atmosferici e la differenza dovuta agli accessori in funzione tra le VS condizioni di prova alla metodologia DIN usata dall'Alfa circa 20 anni fa.

So che la mia 75 in alcuni periodi aveva problemi e che non andava bene. Ho sempre saputo che i 148 CV dichiarati sono solo un dato "convenzionale" che serve a distinguerla da altre serie. Avendo un 'auto iscritta al R.I.A.R. cerco di tenerla originale, e non conoscendo l'accuratezza dei banchi e al preparazione tecnica di chi li usa, non ho mai sentito la necessità di rullarla. Ma so che la metodologia DIN di alcuni periodi, e altre metodologie più realistiche c'è un 10% di differenza. E un altro 10% circa va perso nella trasmissione. Quindi è normale trovare alle ruote dal 10% al 20% in meno di quento dichiarato. E anche le condizioni ambientali influiscono molto (in una giornata fredda e secca si può avere un po più di potenza, c'è più ossigeno in unlitro d'aria, ma in una giornata calda e umida si perde molta potenza, e potrei anche stimare queste variazioni).
Il banco prova può servire a chi elabora, non per far un confronto coi dati dichiarati dalle case (chi usa il banco deve saper calcolare tutte le correzioni, che è roba da persone esperte e ben addestrate, e se non ti hanno spiegato bene la differenza tra la metodologia DIN di omologazione dell'Alfa di 20 anni fa e quello che fanno loro forse non lo sono), ma per vedere se il lavoro fatto migliora o no e di quanto.
Ma considerato come la mia 75 la aveva trascurata il precedente proprietario (che non faceva nemmeno registrare le valvole) non va male, ora. Quando ho potuto provare la velocità massima sono rimasto sorpreso, ho anche temuto che con la revisione del cambio mi avessero messo per errore un rapporto al ponte più corto, ma non dovrebbe essere.

So che il T.S. ha prestazioni di punta simili al 2.5 V6, e so che differenza c'è tra il 2.5 ed il 3.0, da quando uscì la prova su Quattroruote nel 1987. Bastava legger quella per inquadrare il tipo di auto. Il 3.0 è da persone che apprezzano la guida in souplesse, una berlina non così sportiva come molti credono (basta legger lascheda tecnica). Se uno vuole una 75 con tanta potenza e coppia meglio una Turbo con la Waste gate starata (sinché dura). So che i clienti non erano soddisfatti delle prestazioni sportive delle prime 3.0 e all'ALfa cercarono di spremerle un po' di più ed assettarle più sportivamente con la versione "potenziata" del' 90.
 
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