Dopo una piccola ricerca in rete, ecco quello che ho trovato. Liberamente tradotto e adattato da me
L'Alfa Navajo, dream car marchiata Bertone e basata sulla leggendaria 33 Stradale, debutta nel Marzo del 1976 al salone di Ginevra. Ovviamente le sue linee futuristiche catturano l'attenzione generale nonostante sia "solo" un esercizio di stile. La linea della vettura, come per l'Alfa Carabo, influenzerà in seguito l'ambiente elitario delle supercar.La Navajo simboleggia la partnership tra la Casa del Portello e Bertone, da cui scaturiranno altre magnifiche e amatissime (a livello mondiale) vetture: Giulietta Sprint, Canguro, Giulia GT, Carabo and Montreal solo per citarne alcune. Pietre miliari dell'automobilismo sportivo.
Sotto la veste volontariamente eccessiva della coupè Navajo si nasconde la prestigiosa meccanica della 33 stradale, ovviamente rivista e corretta: lo chassis tubolare fu adattato per creare un habitat confortevole per due persone, la carrozzeria totalmente in fibra, di vetro unitamente al telaio, dona alla vettura delle eccellenti doti in termini di peso.
Avendo il pregio di montare l'esuberante propulsore Alfa Romeo (1995cc, V8, 32 valvole, Doppia Accensione, Bialbero in testa per bancata, 10000 rpm,230 CV... Costrutito interamente in Alluminio e Magnesio...), l'unico pensiero dei designers fu di dedicarsi all'aerodinamica.
La vettura era dotata di optionals d'eccezione: lo spoiler anteriore auto-regolabile nell'inclinazione in funzione della velocità,le "ali" posteriori (oltre a supportare lo spoiler posteriore regolabile) sono studiate anche in funzione dell'estetica,fari a scomparsa... Un concentrato di tecnologia, design all'avanguardia,prestazioni che non potevano non attrarre l'attenzione in quel marzo del 1976.