Tre articoli che rendono bene l'idea:
Il
primo praticamente inizia così: "Le dichiarazioni rassicuranti (niente chiusura di stabilimenti, niente riduzione dei posti di lavoro) dopo l’annuncio delle fusioni sono rituali e prive di ogni significato ... Fca è interessante per i francesi perché porta in dote il ricco mercato americano, nel quale la Renault di
Thierry Bolloré è sostanzialmente assente. Le sovrapposizioni sono soprattutto in Europa, e quando si fa un merger (il valore economico sta soprattutto lì) si tagliano sempre le ridondanze e i costi inutili. E siccome i francesi saranno al timone (perché hanno le tecnologie importanti e decisive a cominciare dall’elettrico, perché sono disponibili a investire, perché il maggior azionista di Renault è proprio lo Stato francese) è evidente che i tagli si faranno in Italia. Il ridimensionamento della
filiera automobilistica avrà effetti negativi anche per altri comparti che, seppure internazionalizzati, comunque erano ancora legati in parte a Fca:
componentisti,
produttori di elettronica,
acciaieri…."
Il
secondo ci dà i numeri dei margini ante imposte delle due case + concorrente VW: "Lo scorso anno, compreso il settore dei servizi finanziari, Renault aveva profitti per 930 euro per macchina ante-imposte; Fca era a 848 mentre
Opel a 1.647 e il gruppo
Volkswagen a 1.277".
Il
terzo vede a rischio due posti su tre nel settore automotive e indotto (non riferito però a nozze FCA Renault).
Io non vedo proprio vantaggi per l'Italia da questo "matrimonio". Oggi sul Sole24Ore, come al solito leggevo i soli vantaggi dalla fusione, e l'autore citava il fatto che potrà nascere la nuova Punto su pianale Clio. Si certo, come se i francesi volessero fare in Italia una concorrente della loro best seller... o del Tonale che sarà simile a Qashqai o Kadjar... forse non ci rendiamo conto che questa sarà fusione per incorporazione, di FCA in Renault.