Purtroppo il progetto 162 è arrivato all'inizio del declino,il gruppo Fiat ha salvato il marchio ma della tecnologia Alfaromeo ha salvato solo il 6C Busso e ha preferito investire sui motori derivazione Lampredi e modulari Pratola Serra che tanti successi hanno avuto nelle competizioni internazionali,bisogna dire che le restrizioni ecologiste mal si sarebbero riflesse sui propulsori della vecchia scuola Alfa con più di 30 anni sulle spalle,assetati di carburante e lubrificante,e ulteriori studi sarebbero stati costosi e controproducenti per l'economia di quella che ad oggi non si può più solamente chiamare Fiat.
Senza dubbio l'ing. Carlo Chiti e i suoi validi collaboratori dell'Autodelta hanno saputo trarre il meglio dalla tecnologia del bialbero,al contempo ne hanno saggiato e stabilito i limiti meccanici,va ricordato che in quegli anni in Alfa si facevano studi sui materiali per dare longevità ai propulsori con scarso interesse sui costi,mentre in Fiat si faceva esattamente l'opposto,e cioè si studiavano materiali a scadenza,per indurre a costose riparazioni o meglio alla sostituzione di tutta la vettura dopo pochi anni di utilizzo.
Senza dubbio l'ing. Carlo Chiti e i suoi validi collaboratori dell'Autodelta hanno saputo trarre il meglio dalla tecnologia del bialbero,al contempo ne hanno saggiato e stabilito i limiti meccanici,va ricordato che in quegli anni in Alfa si facevano studi sui materiali per dare longevità ai propulsori con scarso interesse sui costi,mentre in Fiat si faceva esattamente l'opposto,e cioè si studiavano materiali a scadenza,per indurre a costose riparazioni o meglio alla sostituzione di tutta la vettura dopo pochi anni di utilizzo.
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