Il dovrebbe è d'obbligo, nella realtà buona parte dell'utile delle officine dei concessionari nasce dai tagliandi ordinari dei privati e non dimentichiamo che il cliente deve uscire dal concessionario con una fattura e relativa obbligatoria decurtazione dell'utile d'azienda a favore dell'erario.Beh, un'officina con un minimo di serietà dovrebbe avere i fusti con gli "oliacci" più generici per veicoli vecchi, oppure quelli che generalmente tratta più comunemente e i flaconi o le lattine per le gradazioni più specifiche. Anche perchè in fattura deve indicare esattamente marca e tipo di olio introdotto per dimostrare che è conforme alle specifiche di fabbrica in caso di danni o contestazioni.
Di parco circolante anziano ce n'è abbastanza e un paio di bidoni sono giustificati.
Il rapporto poi con il produttore di vetture è difficilissimo e spesso il concessionario/ officina è costretto a vere e proprie battaglie legali per vedersi riconosciuta la manodopera su gli interventi di riparazione effettuati in garanzia.
Aggiungiamoci poi la comparsa delle compagnie di nlt che trattano prezzi scontatissimi per la manutenzione delle loro vetture e vediamo che il concessionario/officina autorizzata è letteralmente costretto a rosicare il suo utile su tutto ciò che può.
E questo vale per i marchi generalisti, ma anche per i cosidetti premium che sentono la crisi più di altri.
Sono già due volte che mi capita che mi segnalino autofficine qualificate e ben attrezzate che avevano l'autorizzazione alfa romeo ed hanno rinunciato al logo sull'insegna, saranno casi sporadici?
Mi è capitato di entrare in un'officina autorizzata mercedes ed il titolare mi ha fatto vedere un enorme scaffale con attrezzatura obbligatoria che effettivamente utilizzerà due volte l'anno, tutto capitale immobilizzato per mantenere il logo.