Secondo me in parte vanno "a culo"... Diciamo che ci sono motori notoriamente robusti (Toyota 2JZ per dirne una) che si sa che tengono potenze esagerate e ok. Poi ci sono motori depotenziati dalla casa in cui gli organi interni sono gli stessi di versioni più spinte, e quindi reggono ALMENO le potenze delle versioni full-power. Infine calcolano spannometricamente una percentuale che è il margine che le case produttrici mettono sui loro motori, e ne usano una parte.Posso fare una domanda da profano in merito alle mappature? Come fanno i preparatori a dire che una certa auto mantiene l'affidabilità aumentando la potenza di 50/60 cavalli e un'altra di 15/20? (per non parlare della coppia). In pratica cosa "misurano" per poter dire che l'affidabilità dell'auto è stata mantenuta?
Ad esempio: Giulia 200CV TB: motore identico al 280CV + 20% di margine in progettazione = 336CV, usando solo il 10% del margine sei a 308CV che all'incirca quello che da Bieffe su quel motore. Oltre al fatto che tutta quella potenza la richiederai forse l'1% del tempo di guida del veicolo (e credo pure meno, track-day a parte).
La parte "vanno a culo" è che loro non conoscono i margini di progettazione di ogni singolo motore.
Ma va comunque tenuto presente che, anche senza andare a cambiare pistoni e bielle, i motori normalmente sopportano preparazioni ben più pesanti (per esempio il 1.8 della MX5 vecchia, nativo a circa 100CV, se il motore è sano sopporta senza problemi la "turbizzazione" con tanto di nuovi iniettori e nuova centralina programmabile di comando e porta la potenza a 250CV).
La parte più delicata a mio parere è la turbina: se la porti in fuorigiri è un attimo sfondarla. E se il lavoro non è fatto bene, basta andare in montagna perché la pressione atmosferica cali a sufficienza per farcela andare.