Molti la ricordano in livrea verde,come l'auto degli inseguimenti dei Carabinieri e della Polizia, dei film poliziotteschi anni '70 (Milano Violenta, Roma a mano armata, Poliziotto senza paura...) E' l'Alfa Romeo Giulia, la berlina sportiva per la famiglia che il 27 giugno 1962 venne presentata all'Autodromo di Monza nella versione T.I (mod.105.14).
"La berlina disegnata dal vento" all'inizio avrebbe dovuto avere altro nome, forse un numero, poi, in nome della tradizione e della moda dell'epoca che apprezzava i nomi di auto al femminile, si decise di chiamarla Giulia.
Il successo di questo modello fu inaspettato persino per Alfa Romeo che di colpo dovette affrontare la realtà di casa automobilistica dai grandi numeri; basti pensare che la 1900 (1950-58) fu costruita in 18mila esemplari, la Giulietta (1955-62) in 180mila esemplari, la Giulia oltre un milione di esemplari riportando per la prima volta i bilanci di Alfa Romeo in attivo dopo la fine del conflitto mondiale.
La progettazione della Giulia avvenne nell'Ufficio Stile Alfa Romeo diretto da Giuseppe Scarnati e Ivo Colucci sotto la diretta guida dell'ingegner Orazio Satta; con la Giulia venne fatto un grosso lavoro di progettazione aerodinamica(coda tronca, fiancate dritte con solchi laterali, cofano spiovente, parabrezza e lunotto arrotondati) anche grazie alla Galleria del Vento del Politecnico di Torino dove uscì con un Cx pari a 0,34 praticamente identico a quello della estrema Porsche 911!
Ma le innovazioni non si limitavano all'aerodinamca, infatti la Giulia era la prima vettura che pensava anche alla protezione passiva dei passeggeri in caso di sinistro stradale grazie ad una scocca a robustezza differenziata con abitacolo più rigido contornato da elementi in grado di assorbire progressivamente gli urti frontali; le Giulia nascono già predisposte per le cinture di sicurezza.
La lunghezza è di 4140 mm, altezza 1430 mm, larghezza 1560 mm per un'abitabilità eccellente.
Quest'auto piacque da subito anche se in molti la giudicarono troppo sportiva per l'uso familiare a causa delle sospensioni giudicate rigide e dalla rumorosità del motore e dalle finiture degli interni ancora legate al passato (cambio al volante, deflettori apribili con galletto, quadro strumenti lineare, volante nero con mezzi bracci crema e semi anello cromato).
C'è da dire, però, che la Giulia seppe subito convincere tutti della bontà delle soluzioni adottate con il proprio comportamento stradale impeccabile, la tenuta di strada e la reattività.
Alcuni dati tecnici:
Motore: 1570 cc. da 92 cv a 6000 giri/min
Carburatore: monocarburatore Solex doppio corpo;
Cambio: 5 marce;
Velocità massima rilevata:175,9 km/h contro i 165 dichiarati;
Accelerazione 0-100 km/h: 13,7 secondi;
Consumi: valore medio 10,4 lt/100km
Serbatoio: 46 litri.
Il prezzo di lancio fu di lire 1.622.000.
Nel 1963 viene presentata la TI Super (mod. 105.16) sulla pista dell'Autodromo di Monza che venne soprannominata "Quadrifoglio" e destinata alle corse automobilistiche. 113 cv ed un motore con doppio carburatore doppio corpo, alleggerita di circa 100 chilogrammi, poteva raggiungere la velocità di 190 km/h. Ne vennero costruiti 501 esemplari in circa un anno.
Nello stesso anno, dal numero di telaio AR423501 i freni a tamburo posteriori lasciano spazio a freni a disco con servofreno.
Nel 1964 l'Alfa Romeo presenta la versione 1300 T.I. (mod. 105.06) al fine di allargare la clientela con una versione meno costosa da acquistare e da mantenere. Il motore è di diretta derivazione della Giulietta TI ed è un 4 cilindri con testa in lega leggera, valvole a V in testa a doppia catena, due alberi a camme e capace di erogare 80 cv a 6000 giri/min. Il cambio ha 4 marce e, ovviamente, trazione posteriore. Nel 1967 subì un restyling che la porterà fino al 1971 per un totale di 28358 esemplari prodotti.
Nel 1965 al Salone dell'Auto di Ginevra arriva la 1600 Super (mod. 105.26) e che veniva proposta alla clientela come un prodotto più lussuoso (lire 1.775.000) e con finiture finalmente riconosciute dagli addetti ai lavori come degne del marchio del Biscione (plancia in legno, sedile anteriore sdoppiato, cambio a cloche sul pavimento, volante a tre razze, alloggiamento per autoradio, contachilometri e contagiri sdoppiati, orologio, specchietto retrovisore antiabbagliante e soprattutto i freni a disco).
Il motore sale a 98 cv. con il vistosissimo doppio carburatore doppio corpo (come sulla TI Super) e le prestazioni sono subito chiare:
Accelerazione 0-100 km/h: 11,2 sec.
Velocità max: 177 km/h
Monterà due carburatori doppio corpo Weber 40 DCOE 4 o Solex 40PHH/2, filtro aria a “proboscide” oltre ad innumerevoli modifiche degli interni che la renderanno molto più accattivante ed elegante. Verrà venduta in 124600 esemplari.
Il 10 febbraio 1966, l’Alfa Romeo appronta una versione “base” della Giulia, ovvero la “1300” (mod 105.39). L’auto nasce con cambio 5 marce, servofreno e motore potenziato a 85 cv. Oltre che con la strumentazione adottata per la 1600 Super. Quest’auto nello stesso anno venne resa disponibile anche con guida a destra (mod. 105.40).
Nel 1967 l’Alfa Romeo propone una gamma rinnovata di tre modelli, rispettivamente da 80, 85, 98 cavalli. La 1300 e la 1300 TI si riconoscono per la griglia a due fari anteriore con sfondo nero e tre barre cromate orizzontali, oltre al nuovo cruscotto, ai tergicristalli a due velocità e al nuovo volante; la 1600 Super viene dotata di un’altra calandra, ma con 4 fari e cinque barre cromate orizzontali.
I freni a disco non vengono più forniti da Dunlop bensì da Ate e di nuove pinze e limitatori di frenata al posteriore. Tra gli optional arrivano anche i cerchi da ’14 con pneumatici da 165.
Nel 1970 un prezioso restyling viene dedicato alla versione più piccola, nasce la “1300 Super” che acquisisce i dettagli finora utilizzati per la versione di cilindrata maggiore.
E’ nel 1972, però, che la Giulia subisce una rivisitazione di gamma sostanziale. I tre modelli a listino vengono “uniti” in soli due: nasce la versione “unificata” Super 1.3 (mod. 115.09) e Super 1.6 (mod. 105.26) rispettivamente da 88 e 104 cv. Entrambe sono dotate di quattro fari all’anteriore con calandra a cinque barre cromate orizzontali, fanaleria posteriore ridisegnata, lunotto termico (optional) e cerchi senza coppe ma bulloni a vista che divennero un segno distintivo per gli anni a venire del Biscione. Arriva come optional anche la vernice metallizzata. Queste versioni resteranno immutate fino al 1974.
Nel 1974 la Giulia subisce un forte restyling estetico: nasce la Nuova Giulia Super 1.3 (mod 115.09S) e Nuova Giulia Super 1.6 (mod. 105.26S) che rimarrà in produzione fino al la seconda metà del 1977. Quest’ultima, forse la meno bella, verrà dotata di calandra a quattro fari in plastica nera e privata delle scanalature sul cofano che diventerà piatto. Gli interni vengono integrati con un tunnel centrale in legno Nel 1976 verrà introdotta la sfortunata versione diesel (mod. 115.40) alimentata da motore Perkins, un 1760 cc. Con rapporto di compressione 22:1, 55 cv. Di potenza a 4000 giri/min, (velocità massima 135 km/h) davvero rumoroso e dalle mediocri prestazioni, sicuramente non degno di quest’auto.
Nel corso degli anni vennero presentate anche una versione “promiscua”, una simil Sport Wagon prodotta dalla carrozzeria Colli di Milano e realizzata in poche centinaia di esemplari destinati alla Polizia Stradale e alla Croce Rossa.
Innumerevoli, invece, le influenze che questo modello ebbe sulla gamma Alfa Romeo degli anni sessanta, nascono le derivate Giulia Sprint e la Giulia Spider, entrambe identiche (se non per piccoli dettagli) alla precedente Giulietta e semplicemente ribattezzate; si passa poi alla Giulia Sprint GT (carrozzeria Bertone su disegno Giugiaro) la Coupè TZ (dalla vena estremamente corsaiola).
Riepilogo Versione Anni di produzione:
Giulia 1600 TI dal 1962 al 1967
Giulia 1600 TI Super dal 1963 al 1964
Giulia 1300 dal 1964 al 1971
Giulia Super dal 1965 al 1972
Giulia 1300 TI dal 1966 al 1972
Giulia 1300 Super dal 1970 al 1972
Giulia 1600 S dal 1968 al 1970
Giulia Super 1.3 dal 1972 al 1974
Giulia Super 1.6 dal 1972 al 1974
Giulia Nuova Super 1.3 dal 1974 al 1977
Giulia Nuova Super 1.6 dal 1974 al 1977
Giulia Nuova Super Diesel dal 1976 al 1977
"La berlina disegnata dal vento" all'inizio avrebbe dovuto avere altro nome, forse un numero, poi, in nome della tradizione e della moda dell'epoca che apprezzava i nomi di auto al femminile, si decise di chiamarla Giulia.
Il successo di questo modello fu inaspettato persino per Alfa Romeo che di colpo dovette affrontare la realtà di casa automobilistica dai grandi numeri; basti pensare che la 1900 (1950-58) fu costruita in 18mila esemplari, la Giulietta (1955-62) in 180mila esemplari, la Giulia oltre un milione di esemplari riportando per la prima volta i bilanci di Alfa Romeo in attivo dopo la fine del conflitto mondiale.
La progettazione della Giulia avvenne nell'Ufficio Stile Alfa Romeo diretto da Giuseppe Scarnati e Ivo Colucci sotto la diretta guida dell'ingegner Orazio Satta; con la Giulia venne fatto un grosso lavoro di progettazione aerodinamica(coda tronca, fiancate dritte con solchi laterali, cofano spiovente, parabrezza e lunotto arrotondati) anche grazie alla Galleria del Vento del Politecnico di Torino dove uscì con un Cx pari a 0,34 praticamente identico a quello della estrema Porsche 911!
Ma le innovazioni non si limitavano all'aerodinamca, infatti la Giulia era la prima vettura che pensava anche alla protezione passiva dei passeggeri in caso di sinistro stradale grazie ad una scocca a robustezza differenziata con abitacolo più rigido contornato da elementi in grado di assorbire progressivamente gli urti frontali; le Giulia nascono già predisposte per le cinture di sicurezza.
La lunghezza è di 4140 mm, altezza 1430 mm, larghezza 1560 mm per un'abitabilità eccellente.
Quest'auto piacque da subito anche se in molti la giudicarono troppo sportiva per l'uso familiare a causa delle sospensioni giudicate rigide e dalla rumorosità del motore e dalle finiture degli interni ancora legate al passato (cambio al volante, deflettori apribili con galletto, quadro strumenti lineare, volante nero con mezzi bracci crema e semi anello cromato).
C'è da dire, però, che la Giulia seppe subito convincere tutti della bontà delle soluzioni adottate con il proprio comportamento stradale impeccabile, la tenuta di strada e la reattività.
Alcuni dati tecnici:
Motore: 1570 cc. da 92 cv a 6000 giri/min
Carburatore: monocarburatore Solex doppio corpo;
Cambio: 5 marce;
Velocità massima rilevata:175,9 km/h contro i 165 dichiarati;
Accelerazione 0-100 km/h: 13,7 secondi;
Consumi: valore medio 10,4 lt/100km
Serbatoio: 46 litri.
Il prezzo di lancio fu di lire 1.622.000.
Nel 1963 viene presentata la TI Super (mod. 105.16) sulla pista dell'Autodromo di Monza che venne soprannominata "Quadrifoglio" e destinata alle corse automobilistiche. 113 cv ed un motore con doppio carburatore doppio corpo, alleggerita di circa 100 chilogrammi, poteva raggiungere la velocità di 190 km/h. Ne vennero costruiti 501 esemplari in circa un anno.
Nello stesso anno, dal numero di telaio AR423501 i freni a tamburo posteriori lasciano spazio a freni a disco con servofreno.
Nel 1964 l'Alfa Romeo presenta la versione 1300 T.I. (mod. 105.06) al fine di allargare la clientela con una versione meno costosa da acquistare e da mantenere. Il motore è di diretta derivazione della Giulietta TI ed è un 4 cilindri con testa in lega leggera, valvole a V in testa a doppia catena, due alberi a camme e capace di erogare 80 cv a 6000 giri/min. Il cambio ha 4 marce e, ovviamente, trazione posteriore. Nel 1967 subì un restyling che la porterà fino al 1971 per un totale di 28358 esemplari prodotti.
Nel 1965 al Salone dell'Auto di Ginevra arriva la 1600 Super (mod. 105.26) e che veniva proposta alla clientela come un prodotto più lussuoso (lire 1.775.000) e con finiture finalmente riconosciute dagli addetti ai lavori come degne del marchio del Biscione (plancia in legno, sedile anteriore sdoppiato, cambio a cloche sul pavimento, volante a tre razze, alloggiamento per autoradio, contachilometri e contagiri sdoppiati, orologio, specchietto retrovisore antiabbagliante e soprattutto i freni a disco).
Il motore sale a 98 cv. con il vistosissimo doppio carburatore doppio corpo (come sulla TI Super) e le prestazioni sono subito chiare:
Accelerazione 0-100 km/h: 11,2 sec.
Velocità max: 177 km/h
Monterà due carburatori doppio corpo Weber 40 DCOE 4 o Solex 40PHH/2, filtro aria a “proboscide” oltre ad innumerevoli modifiche degli interni che la renderanno molto più accattivante ed elegante. Verrà venduta in 124600 esemplari.
Il 10 febbraio 1966, l’Alfa Romeo appronta una versione “base” della Giulia, ovvero la “1300” (mod 105.39). L’auto nasce con cambio 5 marce, servofreno e motore potenziato a 85 cv. Oltre che con la strumentazione adottata per la 1600 Super. Quest’auto nello stesso anno venne resa disponibile anche con guida a destra (mod. 105.40).
Nel 1967 l’Alfa Romeo propone una gamma rinnovata di tre modelli, rispettivamente da 80, 85, 98 cavalli. La 1300 e la 1300 TI si riconoscono per la griglia a due fari anteriore con sfondo nero e tre barre cromate orizzontali, oltre al nuovo cruscotto, ai tergicristalli a due velocità e al nuovo volante; la 1600 Super viene dotata di un’altra calandra, ma con 4 fari e cinque barre cromate orizzontali.
I freni a disco non vengono più forniti da Dunlop bensì da Ate e di nuove pinze e limitatori di frenata al posteriore. Tra gli optional arrivano anche i cerchi da ’14 con pneumatici da 165.
Nel 1970 un prezioso restyling viene dedicato alla versione più piccola, nasce la “1300 Super” che acquisisce i dettagli finora utilizzati per la versione di cilindrata maggiore.
E’ nel 1972, però, che la Giulia subisce una rivisitazione di gamma sostanziale. I tre modelli a listino vengono “uniti” in soli due: nasce la versione “unificata” Super 1.3 (mod. 115.09) e Super 1.6 (mod. 105.26) rispettivamente da 88 e 104 cv. Entrambe sono dotate di quattro fari all’anteriore con calandra a cinque barre cromate orizzontali, fanaleria posteriore ridisegnata, lunotto termico (optional) e cerchi senza coppe ma bulloni a vista che divennero un segno distintivo per gli anni a venire del Biscione. Arriva come optional anche la vernice metallizzata. Queste versioni resteranno immutate fino al 1974.
Nel 1974 la Giulia subisce un forte restyling estetico: nasce la Nuova Giulia Super 1.3 (mod 115.09S) e Nuova Giulia Super 1.6 (mod. 105.26S) che rimarrà in produzione fino al la seconda metà del 1977. Quest’ultima, forse la meno bella, verrà dotata di calandra a quattro fari in plastica nera e privata delle scanalature sul cofano che diventerà piatto. Gli interni vengono integrati con un tunnel centrale in legno Nel 1976 verrà introdotta la sfortunata versione diesel (mod. 115.40) alimentata da motore Perkins, un 1760 cc. Con rapporto di compressione 22:1, 55 cv. Di potenza a 4000 giri/min, (velocità massima 135 km/h) davvero rumoroso e dalle mediocri prestazioni, sicuramente non degno di quest’auto.
Nel corso degli anni vennero presentate anche una versione “promiscua”, una simil Sport Wagon prodotta dalla carrozzeria Colli di Milano e realizzata in poche centinaia di esemplari destinati alla Polizia Stradale e alla Croce Rossa.
Innumerevoli, invece, le influenze che questo modello ebbe sulla gamma Alfa Romeo degli anni sessanta, nascono le derivate Giulia Sprint e la Giulia Spider, entrambe identiche (se non per piccoli dettagli) alla precedente Giulietta e semplicemente ribattezzate; si passa poi alla Giulia Sprint GT (carrozzeria Bertone su disegno Giugiaro) la Coupè TZ (dalla vena estremamente corsaiola).
Riepilogo Versione Anni di produzione:
Giulia 1600 TI dal 1962 al 1967
Giulia 1600 TI Super dal 1963 al 1964
Giulia 1300 dal 1964 al 1971
Giulia Super dal 1965 al 1972
Giulia 1300 TI dal 1966 al 1972
Giulia 1300 Super dal 1970 al 1972
Giulia 1600 S dal 1968 al 1970
Giulia Super 1.3 dal 1972 al 1974
Giulia Super 1.6 dal 1972 al 1974
Giulia Nuova Super 1.3 dal 1974 al 1977
Giulia Nuova Super 1.6 dal 1974 al 1977
Giulia Nuova Super Diesel dal 1976 al 1977
Allegati
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