Quel che mi fa male è vedere l'indifferenza che, nel management Fiat, viene riservata all'Alfa Romeo. Un marchio storico che, in tutto il mondo, ammirano e stimano, dovrebbe essere considerato un vanto per l'industria nazionale.
Quando era in mano all'IRI, pur tra i soliti problemi di bilancio che, addirittura, giunsero a comprometterne i risultati nel Mondiale Sport (negli anni '70), la casa riusciva comunque a disporre dei mezzi necessari per produrre auto che sono entrate nella leggenda.
Le GTA, l'Alfetta, la GTV, l'Alfasud, sono state solo alcune dei modelli che hanno tenuto alto ed amplificato il mito Alfa Romeo, prodotti in un'epoca in cui, sebbene i fondi non fossero ottimali, comunque non venivano posti dei limiti tecnici agli ingegneri di Arese.
Poi è arrivata la Fiat, e pian piano le cose sono cambiate.
Negli ultimi 20 anni abbiamo rinunciato progressivamente alla trazione posteriore, pe accontentarsi di una più economica e facile TA, a pianali dedicati, al mitico V6 Busso, a finiture adeguate al marchio.
Insomma, in questi ultimi 20 anni targati Fiat, l'Alfa ha dovuto progressivamente rinunciare alla propria anima, conformandosi al resto della produzione proveniente da Torino.
Ok, va bene, le economie di scala sono necessarie! Però non possono giungere a snaturare completamente un prodotto!
Anche perché la Fiat ha dimostrato, in questi anni, di non avere cognizione su come gestire una realtà come l'Alfa. Dove mai si è visto un rilancio, per una casa automobilistica, della durata di 20 anni?
Ogni tre-cinque anni siamo di fronte ad un ennesimo piano di rilancio Alfa, che cerca di riproporre il marchio cambiandone l'immagine, per certi versi, ma non la sostanza.
Questo significa che la Fiat non ha mai avuto le idee chiare sul da farsi, ed ha brancolato nel buio, tentando di volta in volta strategie differenti per giungere ad un risultato.
Ma l'incertezza ha finito con il penalizzare solo l'Alfa Romeo, che ha ricevuto il colpo di grazia con l'arrivo di Marchionne.
Questi, da risanatore privo di passione per il prodotto, ha deciso di fatto di rinunciare all'Alfa, congelando progetti e fondi, in attesa di una rinascita a questo punto demandata ai risultati commerciali della sola Giulietta. Un obiettivo impossibile, non prendiamoci in giro!
Si tratta di una scusa per porre definitivamente in secondo piano il marchio, rinunciando a competere con le rivali tedesche in un segmento vitale come quello delle berline premium, che costituiscono la pina dorsale della produzione tedesca e, un tempo, anche della stessa Alfa.
Coupé e Spider, discendenti di modelli leggendari che hanno fortemente alimentato il mito Alfa Romeo, sono destinate a svanire senza lasciare eredi, come accaduto per la 166.
Quanti utenti si perderanno in questo modo?
Come si fa a rilanciare un marchio rinunciando a priori a migliaia e migliaia di potenziali clienti?
Mah... non sarò un esperto economista, un industriale... ma con un po' di buon senso mi viene da chiedermi come si possa avere ancora fiducia in Fiat!
E' vero, ai tempi di 156 e 147 fecero un ottimo lavoro, che ha ripagato con vendite eccezionali. Ma poi?
Ora il management è cambiato profondamente. La Fiat ha deciso, con Marchionne, di proporsi su scala mondiale, alleandosi ad una fallimentare Chrysler (l'ennesima, a mio avviso, mossa fallimentare di Torino). Per fare ciò, è obbligata a tagliare i rami che lei stessa, all'interno dell'azienda, ha contribuito a far seccare. E l'Alfa, per l'ennesima volta, viene messa non in secondo piano, ma peggio.
Dispiace che, quando era la Ferrari a rischiare di fallire, la Fiat si fece in 8 (non in 4) pur di salvarla. La Ferrari vende 1/20 dell'Alfa, ed a livello di prestigio ed immagine il marchio di Arese non teme certo il confronto, avendo alle spalle una storia densa di successi.
Allora mi chiedo quali speranze si possano nutrire per un futuro in Italia, in seno alla Fiat.
Io vedo solo incertezza, sacrifici e rinuncie non ripagate.
La Fiat ha avuto la sua chance, ed in 20 anni non è stata capace di rilanciare l'Alfa. Penso che sia ora di farsi da parte e cedere il marchio a qualsiasi altro gruppo che voglia investire in modo più serio.
Accanirsi con le politiche decise per l'Alfa negli ultimi mesi, equivale ad una chiusura del marchio nel giro di cinque anni. Mentre l'Alfa sarà congelata, dove arriveranno Audi, BMW, Mercedes, Lexus?
Lì investono eccome! Rischiano, ma lavorando in modo egregio i risultati li ottengono eccome!
Che tristezza! Noi dimostriamo sempre di essere indietro, come sempre!