Taratura debimetro 75 T.S.

perchè non può "pesare" l'aria, cosa che invece il debimetro fà..
Vabbè... quello a paletta è volumetrico, ...o no ?????? :):):):)

No, mi sono intromesso perchè ho letto di una vite che regola il flusso di aria..
o sono io che non vedo la vite di cui si parla..... , oppure quella che vedo io agisce su un trimer per regolare il valore di soglia al minimo del potenziometro principale;. questo perché il potenziometro quando e' al minimo ha un valore pari o prossimo a zero e fornirebbe un segnale troppo basso per il flusso d'aria aspirato.
Il trimmer di regolazione e' quello come in questa immagine:
trim22500k_1_1.jpg
 
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Ho tanto l'impressione che qualcuno parla della vite che aziona il trimmer, che agisce elettricamente, mentre qualcun'altro parla di una vite a brugola che tramite un condotto parallelo permette ad un certa quantità di aria di by-passare lo sportellino per regolare il CO...:D:D
 
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Vabbè... quello a paletta è volumetrico, ...o no ?????? :):):):)
Un "volume" non è un "peso" , c'è di mezzo la densità...

Per pesare l'aria è indispensabile avere un debimetro a filo caldo come appunto quelli installati sulle vetture più recenti (ehm degli ultimi 20 anni ;)).

Sempre perchè non conosco il sistema di alimentazione nei dettagli chiedo, il misuratore a paletta è proprio lui che regola il minimo o è aiutato dalla VAE?
 
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Ho tanto l'impressione che qualcuno parla della vite che aziona il trimmer, che agisce elettricamente, mentre qualcun'altro parla di una vite a brugola che tramite un condotto parallelo permette ad un certa quantità di aria di by-passare lo sportellino per regolare il CO...:D:D

Quindi le viti sono 2. E comunque regolando il trimmer si regola anche il rapporto aria/benzina
 
Dunque... mi sembrava strano che un debimetro a paletta avesse due regolazioni; infatti non hanno due regolazioni, ma un tipo di debimetro si regola mediante una vite che apre o chiude un bypas aria ed un'altro tipo che si regola tramite il trimmer. Sbaglio? quello postato in foto da Manu77 e' quel tipo che si regola con il trimmer.
 
Dunque... mi sembrava strano che un debimetro a paletta avesse due regolazioni; infatti non hanno due regolazioni, ma un tipo di debimetro si regola mediante una vite che apre o chiude un bypas aria ed un'altro tipo che si regola tramite il trimmer.
Si credo anche io che sia così.
 
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Non approfondisco il discorso sui debimetri perché il mio aveva una vite brugola coperta da un tappo che regolava la quantità di aria la quale tramite un condotto parallelo bypassava il condotto principale dello sportellino, e con essa si regolava il Co.
Però piacerebbe sapere anche a me come stanno le cose:);). Passione.
 
Quindi c'e anche un debimetro con regolazione diversa su twispark? Comunque mi sto chiedendo a cosa serve avere una paratia regolabile ''in durezza'' ,cioè, parzializza il flusso al minimo e apre spalancando il gas? Ciao
 
su internet ho trovato questo articolo scritto da Francesco Gaiani che spiega bene come funziona il debimetro a palette.

Passiamo adesso alla descrizione di un debimetro meccanico, chiamato spesso ‘a paletta' e battezzato ‘AFM' cioè Air Flow Meter dagli anglosassoni.
Questo tipo di debimetro è molto più vecchio in termini tecnologici del debimetro a film è più soggetto alle oscillazioni della colonna d'aria aspirata, più strozzante per l'aspirazione (maggiori perdite di carico), ma al tempo stesso più robusto del primo.
Il suo funzionamento si basa su un concetto molto semplice: l'aria aspirata al suo interno viene intercettata da un flap (paletta) di metallo incernierato esattamente come una porta e lo spinge, provocandone la rotazione.
Il flap è collegato al telaio del debimetro con una molla a spirale, allo scopo di riportarlo in posizione di riposo, quando il flusso d'aria cessa.
Più nel dettaglio, l'aspirazione del motore causa una differenza di pressione tra monte e valle del debimetro tale che, moltiplicata per la superficie del flap, crea una forza sufficiente da vincere la resistenza della molla che lo collega al telaio, consentendone la rotazione.
All'interno del coperchio sigillato nero si trova un potenziometro a strato ceramico che invia alla centralina un segnale proporzionale all'angolo di apertura del flap.
Per la rilevazione della temperatura del flusso d'aria, nel debimetro a paletta, viene utilizzato un termistore (sensore di temperatura aria o ATS, Air Temperature Sensor) montato in posizione centrale e anteriore rispetto al flap, protetto da una gabbia di plastica.
Il termistore è costituito da una lega metallica particolare, studiata con lo scopo di realizzare un conduttore la cui resistenza diminuisca con l'aumentare della temperatura.
Come possiamo notare il concetto di base resta sempre lo stesso.
A differenza del termometro a filo caldo, il termistore ha una resistenza molto più elevata e la sua curva di graduazione non è lineare.
La centralina riceve quindi in ingresso due segnali: uno relativo alla rotazione del flap e uno relativo alla temperatura del flusso d'aria.
Come è stato precedentemente specificato, l'apertura e quindi la rotazione del flap è provocata dalla differenza di pressione che insiste a monte e a valle del debimetro, ma per motivi che coinvolgono la dipendenza della forza applicata dall'angolo di rotazione, che in questa sede è inutile approfondire, tale rotazione non varia linearmente con la differenza di pressione.
Tale dipendenza non lineare tra angolo di rotazione e depressione di aspirazione si trasferisce anche nella relazione che lega la velocità del fluido attraverso il debimetro e, quindi, la sua portata volumetrica, al variare del medesimo angolo.
Nel caso del debimetro meccanico, quindi, non si ha propriamente una stima della portata in massa di aria, ma piuttosto un segnale proporzionale alla portata volumetrica dell'aria aspirata.
Questo segnale viene corretto ed elaborato dalla centralina di iniezione a mezzo della lettura del sensore ATS e di altre costanti (ad esempio costante di iniezione e voltaggio batteria).
La trasformazione da portata volumetrica a portata in massa avviene quindi con calcoli interni alla centralina.
E' utile, a questo punto, fare alcune precisazioni.
Sia nel caso del debimetro a filo caldo che del debimetro meccanico sono le scelte progettuali e la sperimentazione del motore sul banco che consentono di programmare la centralina in modo da ottimizzare le performances a partire dai segnali inviati dai vari sensori.
L'importante, infatti, è che la centralina, ricevuto in input un certo numero di segnali provenienti da sensori ‘qualsiasi ' possa gestire correttamente l'anticipo di accensione e i tempi di iniezione.
Quindi non è tanto importante l'informazione che viene inviata (che sia proporzionale ad una portata in massa o in volume) quanto il modo in cui questa informazione viene ‘elaborata' dalla centralina stessa, cioè gli algoritmi con cui vengono gestiti i vari sensori allo scopo di pilotare gli attuatori (ad esempio gli iniettori).
Da tener presente che tali algoritmi molto spesso non sono la traduzione di leggi fisiche, ma sono inventati appositamente per il corretto funzionamento del motore.
In questa ottica, la domanda che spesso si sente: ‘…ma il debimetro misura la massa o il volume?' riceve una immediata risposta.
 
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Per rispondere alla questione della regolazione del minimo:
meccanica si effettua con la registrazione del bypass sul corpo farfallato o da maniscalco con la modifica della posizione del registro del cavo acceleratore,
elettro meccanica tramite la valvola VAE,questa serve a compensare al minimo l'aumento di carico dato dall'inserimento di accessori elettrici,che porterebbero ad un abbassamento del regime minimo a farfalla dell'acceleratore chiusa.
A freddo provvede ad aumentare il regime minimo ad avviamento con motore freddo,in questo caso la centrale provvede anche a variare la durata dell'iniezione per arricchire la miscela a freddo,raggiunta la temperatura stabilita i tempi di iniezione tornano a tabella e la valvola VAE varia la sua funzione e gestisce il regime minimo compensando le variazioni.
Succede che si imbratti e si blocchi o funzioni male,in questo caso molti meccanici invece di intervenire con una pulizia o la sostituzione della stessa,agivano direttamente aumentando l'apertura della farfalla dell'acceleratore quando la regolazione del bypass non riusciva a compensare il regime minimo.
 
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